La Corte dei Conti è stata ascoltata il giorno 12 maggio 2016 dalla Commissione  di vigilanza sugli enti previdenziali, presieduta da Lello Di Gioia, sulla gestione del risparmio previdenziale. La Corte,  rappresentata  dal presidente di sezione Gemma Tramonte, ha colto nuovamente  l’occasione sollecitare la modifica della governance  degli enti previdenziali che a seguito di un dibattito parlamentare doveva andare in vigore già dal 2014.
L’attuale assetto dà  troppo potere nelle mani di una singola persona, di cui l’attuale presidente Tito Boeri è la rappresentazione più plastica ed evidente.  Per questo occorre ripristinare il cda e aumentare il peso degli organi di sorveglianza.
“La riforma varata nel 2010 ha previsto l’eliminazione dei consigli e l’attribuzione delle relative competenze al presidente”, ha fatto notare la Corte dei conti. Non solo. Tale riforma “ha anche ridotto le attribuzioni in capo al consiglio di vigilanza”, ovvero l’organo deputato a controllare l’operato degli amministratori della cassa. Un nuovo assetto che piace poco ai giudici contabili dal momento che negli anni “ha fatto emergere alcune criticità, riconducibili in particolar modo alla concentrazione del potere in un’unica persona, il presidente, contrariamente a quanto avveniva prima”.
Tale riforma “ha anche ridotto le attribuzioni in capo al consiglio di vigilanza”, ovvero l’organo deputato a controllare l’operato degli amministratori della cassa.
Il governo dovrebbe rimettere mano alla riforma varata sei anni fa, per ripristinare una maggiore collegialità nelle decisioni che riguardano la gestione dell’ente. Una palla colta al balzo dai sindacati, che da anni chiedono un riequilibrio dei poteri. In  particolare occorre trasferire parte della governance nelle mani delle parti sociali, ovvero i lavoratori iscritti alle  casse. All’attuale sistema “contraddistinto da criticità e distorsioni” andrebbe sostituito secondo i sindacati una governance duale, dove al ruolo del presidente viene affiancato l’organo di vigilanza e controllo espressione degli iscritti. Il governo, inizialmente restio a cambiare la governance specie dell’Inps e dell’Inail dove con l’attuale sistema, ha una linea diretta di comando su questi enti,  dopo la nomina di Boeri, starebbe comunque pensando di intervenire.