La Covip, l’Autorità di vigilanza sui fondi di previdenza complementare, il 24 gennaio ha reso noto i principali dati statistici dei fondi aggiornati a dicembre 2024.
Gli iscritti
Alla fine del 2024, il totale di posizioni in essere delle forme pensionistiche complementari sono circa 9,950 milioni. Nei fondi negoziali le posizioni sono cresciute di 227.300 unità (+5,7 per cento rispetto al dicembre 2023), per un totale complessivo di 4,245 milioni.
Nelle forme pensionistiche di mercato, si contano 133.900 posizioni in più nei fondi aperti (+6,9 per cento) e 83.500 in più nei PIP (+2,2 per cento); alla fine di dicembre, il totale delle posizioni in essere in tali forme è pari, rispettivamente, a 2,084 milioni e 3,865 milioni.
Il patrimonio dei Fondi
Nel corso del 2024, fondi negoziali, fondi aperti e PIP hanno raccolto nel complesso 15,7 miliardi di euro, in crescita del 7 per cento sul corrispondente periodo del 2023. L’incremento risulta maggiore per i fondi negoziali (8,8 per cento).
Il totale delle risorse destinate alle prestazioni è di 243 miliardi di euro, l’8,2 per cento in più rispetto ai 224,4 miliardi di fine 2023.
I rendimenti
Anche nel 2024 i rendimenti delle forme di previdenza complementare sono risultati positivi, maggiormente per le gestioni azionarie.
Per i comparti azionari si riscontrano rendimenti medi pari al 10,4 per cento nei fondi negoziali ed in quelli aperti e al 13 per cento nei PIP.
Nelle linee bilanciate i risultati sono in media pari al 6,4 per cento nei fondi negoziali, al 6,6 nei fondi aperti e al 7 nei PIP.
Rendimenti medi inferiori, ma comunque positivi, si rilevano per i comparti obbligazionari e garantiti. Valutando i rendimenti su orizzonti temporali più lunghi, nel periodo di dieci anni da fine 2014 a fine 2024 i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4,5; per le linee bilanciate, i rendimenti medi sono compresi tra l’1,7 e il 2,7 per cento. La maggior parte delle linee garantite e obbligazionarie mostra invece rendimenti medi positivi ma inferiori all’1 per cento.
Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2,4 per cento.