i Fondi pensione non tremano per la tempesta dei dazi

La prudenza e la diversificazione proteggono i risparmi degli italiani dalle turbolenze globali.

La  scossa dell’ ondata di dazi lanciata da Donald Trump, ha mandato in fumo oltre 683 miliardi di euro in Borsa in una sola giornata, ma  i fondi pensione italiani si muovono in controtendenza. Mentre i mercati affondano, la previdenza complementare regge, blindata da una strategia che rifiuta l’azzardo e abbraccia il lungo periodo.
Lo ha chiarito Sergio Corbello presidente di Assoprevidenza, in un momento che ha seminato panico tra gli investitori: “Gli andamenti dei mercati non sono una bella notizia per i fondi pensione, ma sarebbe sbagliato ogni eccessivo allarmismo. Operiamo con prudenza e minimizzazione del rischio”.

Investimenti di lungo periodo e rischio controllato
I fondi pensione sono progettati per resistere nel tempo. Non seguono l’andamento quotidiano dei listini, ma si basano su piani di allocazione costruiti per durare decenni. È questa l’architettura che ha permesso loro di attraversare senza traumi anche crisi epocali come quella del 2008 o la pandemia.
L’orizzonte temporale di lungo termine permette di assorbire gli shock e valorizzare strategie meno esposte alla volatilità. I numeri della Covip, l’autorità di vigilanza, confermano questa resilienza: a fine 2023, gli investimenti obbligazionari rappresentavano il 37,9% del patrimonio, quelli azionari il 18,9% e quelli immobiliari il 16,47%, con una quota crescente di fondi alternativi.

I fondi alternativi come scudo anticrisi
Sono proprio i Fia – i fondi di investimento alternativi – a offrire una protezione specifica contro i terremoti finanziari. Decorrelati dai mercati azionari, investono in asset meno liquidi ma più stabili: immobili, infrastrutture, partecipazioni in società non quotate. Una “zavorra virtuosa” che rende il sistema meno esposto alle tempeste dei mercati.

Casse private in crescita, ma con equilibrio
Anche le casse dei professionisti, riunite nell’Adepp, dimostrano una gestione attenta. Su 114,1 miliardi di patrimonio complessivo, il 29% è in fondi mobiliari, il 23,7% in altri fondi d’investimento e il 16,8% in titoli di Stato. È un mix che punta alla stabilità nel tempo, pur lasciando spazio a margini di rendimento.
Secondo l’ultimo report Adepp, dal 2013 al 2023 il patrimonio delle casse previdenziali è cresciuto del 74%, grazie a un saldo positivo costante e a rendimenti netti medi dell’1,9%. Il cuore dell’attività resta l’investimento nel sistema Paese, con particolare attenzione ai criteri ambientali, sociali e di governance (ESG).

Rendimenti solidi 
Nonostante l’inflazione, la stretta monetaria e il clima geopolitico, il 2023 ha chiuso in positivo per i comparti azionari dei fondi pensione: +10% per i negoziali, +11,3% per i fondi aperti, +11,4% per i PIP. Numeri che confermano come la prudenza non significhi necessariamente rinunciare alla performance.

Una diga silenziosa contro l’instabilità globale
La vera forza dei fondi pensione italiani sta nell’equilibrio: nessuna corsa ai profitti, nessun panico nei momenti di crisi.

Fonte: Italia informa