Roma, 2 maggio 2025 – L’equilibrio del welfare italiano è fortemente compromesso dall’aumento della spesa per sanità e assistenza, con significative ripercussioni sul sistema pensionistico. Secondo il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, lo Stato redistribuisce annualmente 240 miliardi di euro—una cifra superiore all’intero gettito IRPEF—per finanziare servizi essenziali a oltre la metà della popolazione, che versa imposte insufficienti a coprirne i costi.
L’analisi dell’Istat sulla redistribuzione del reddito nel 2024 evidenzia una riduzione della disuguaglianza familiare del 16,1% grazie all’intervento pubblico. Tuttavia, il peso fiscale grava in modo sproporzionato su una fascia ridotta di contribuenti: coloro con redditi superiori ai 35mila euro contribuiscono con il 63,4% dell’IRPEF totale, sostenendo non solo il sistema sanitario e assistenziale, ma anche le pensioni di milioni di italiani. È un’enorme ricchezza che i politici continuano a chiedere di aumentarla pere aumentare i sussidi ma non la produttività per guadagnare consensi elettorali. Facendo la riprova, sulla spesa pubblica totale pari, per il 2022, a 1.083,3 miliardi, al netto del deficit annuo di 151,9 miliardi (dati DEF 2024) la spesa pro capite è di 18.361.561 euro per abitante e solo il 5,45% dei contribuenti versa un’IRPEF da 20.954 a 252.570 euro.
Le pensioni assistenziali e la pressione fiscale
Un aspetto cruciale della redistribuzione riguarda le pensioni. Circa il 40,6% dei 16,1 milioni di pensionati italiani percepisce assegni sociali, pensioni di guerra, indennità di invalidità civile e altre prestazioni a carico della Gestione Interventi Assistenziali (GIAS). La spesa per l’assistenza, che ha raggiunto i 157 miliardi di euro nel 2022, è finanziata interamente dalla fiscalità generale, ponendo un onere significativo sui lavoratori attivi e sulle imprese.
Il sistema previdenziale basato sui contributi versati è in equilibrio, ma la componente assistenziale continua a crescere, mettendo sotto pressione la sostenibilità delle pensioni future. L’aumento della spesa pubblica, alimentato dalla crescente domanda di sussidi e prestazioni sociali, rischia di compromettere la capacità del sistema pensionistico di garantire assegni adeguati alle nuove generazioni.
Una redistribuzione insostenibile
La redistribuzione delle risorse per sanità, assistenza e istruzione supera i 240 miliardi di euro, l’86,3% dell’intero gettito IRPEF, beneficiando principalmente il 53% della popolazione con redditi più bassi. Questo modello solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema e sulla necessità di riforme fiscali e previdenziali per garantire un equilibrio tra solidarietà e sviluppo economico.
Alla luce di questi dati, è fondamentale avviare un dibattito sulle politiche di welfare, sulla redistribuzione fiscale e sulle prospettive delle pensioni nel lungo periodo. La sfida è conciliare equità sociale e sostenibilità economica, evitando che la pressione fiscale e il debito pubblico compromettano il futuro dei lavoratori di oggi e di domani.