Secondo una nuova relazione della Corte dei conti europea, UE, nell’ambito delle sue competenze, non è riuscita a promuovere lo sviluppo delle pensioni complementari, che integrano quelle statali e contribuiscono a garantire un reddito pensionistico adeguato ai cittadini comunitari in uno scenario caratterizzato da una popolazione che invecchia. Infatti l’Eiopa, la Commissione europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali, non sono riuscite a rafforzare il ruolo delle pensioni complementari e neppure a far decollare il prodotto pensionistico individuale paneuropeo (PEPP).
I sistemi pensionistici svolgono un ruolo importante nella protezione sociale e nel rafforzamento dei mercati dei capitali della UE. Anche se la competenza in materia di pensioni spetta agli Stati membri, la UE ha il potere di legiferare in materia di mobilitò transfrontaliera, tutela dei consumatori e mercato interno. Poiché i sistemi pensionistici statali di molti paesi hanno difficoltà a mantenere le pensioni ad un livello adeguato, la UE ha stabilito norme fondamentali che disciplinano i fondi pensione e posto le basi per le pensioni individuali su scala europea.
le pensioni complementari devono diventare sempre più importanti. Purtroppo, nè le pensioni promosse dai datori di lavoro nè le pensioni individuali su scala UE sono state all’altezza delle aspettative, soprattutto per le pensioni transfrontaliere.
Ad oggi le attività transfrontaliere restano concentrate nei pochi paesi in cui le pensioni promosse dai datori di lavoro avevano già una tradizione consolidata.
Il prodotto pensionistico paneuropeo, PEPP in vigore dal marzo 2022 e dovrebbe offrire una alternativa ai lavoratori che risparmiano per la pensione, fornendo un prodotto transfrontaliero utilizzabile in tutti i paesi UE. Tuttavia, la mancanza di incentivi fiscali e il massimale dell’1 % su costi e commissioni previsto dalla normativa lo hanno reso meno interessante. Nel 2025 esiste un solo PEPP sul mercato, in cui utilizzo è stato finora estremamente ridotto, con meno di 50.000 aderenti e con attività gestite inferiori a 12 milioni di euro.
I cittadini prossimi al pensionamento necessitano di informazioni complete sulle pensioni. Invece, i piani della UE in merito non hanno dato molti frutti. Manca ancora un quadro di insieme delle pensioni statali, aziendali/occupazionali ed individuali, che li aiuti a capire quale sarà il loro reddito pensionistico. Anche se l’EIOPA ha avviato misure per migliorare le informazioni, i contribuenti ed i beneficiari non hanno accesso a informazioni pienamente trasparenti sulla performance dei fondi pensione, tra cui i costi per i lavoratori e i rendimenti per i pensionati, essenziali dato che molte pensioni dipendono dal rendimento degli investimenti.
Informazioni sul contesto
I sistemi pensionistici della UE sono generalmente strutturati intorno a tre pilastri. Il primo pilastro comprende le pensioni statali e obbligatorie, che sono integrate dalle pensioni aziendali e professionali (secondo pilastro) e da altre pensioni individuali (terzo pilastro). Le pensioni aziendali e professionali sono piani di risparmio pensionistico istituiti dai datori di lavoro per i propri dipendenti. Esistono due tipi di regimi di base: quelli a prestazione definita e quelli a contribuzione definita. La rilevanza economica dei prodotti pensionistici non statali che gestiscono i risparmi pensionistici a lungo termine dei dipendenti varia notevolmente da un paese all’altro. In alcuni, le pensioni aziendali e professionali rappresentano in genere una quota del reddito pensionistico superiore a quella delle pensioni statali. Il settore delle pensioni aziendali e professionali sono concentrate in pochi Stati membri; in alcuni non esistono affatto.