Sono due gli scenari, piuttosto diversi, sulla sostenibilità del sistema previdenziale italiano contenuti nel recente documento redatto dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS) sulle “Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario. Uno è più favorevole l`altro, di provenienza Ue, molto più pessimista. Con un punto in comune: l`aggravio della spesa pensionistica cesserà con la graduale scomparsa della generazione dei baby boomers, le generazioni, numericamente più abbondanti, nate tra gli anni 50` e 60` dello scorso secolo.
Secondo le cifre sulla sostenibilità del sistema pensionistico pubblico contenute nelle previsioni di base della Ragioneria dopo la crescita nel triennio 2008 – 2010, imputabile esclusivamente alla fase acuta della recessione, il rapporto fra spesa pensionistica e PIL risente negativamente dell`ulteriore fase di recessione degli anni successivi e, segnatamente, della contrazione del PIL per il triennio 2012 – 2014. A partire dal 2015 – 2016, in presenza di un andamento di crescita più favorevole e della prosecuzione graduale del processo di innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento – si legge nel documento – si attende una decrescita del rapporto fra spesa pensionistica e PIL nel primo quinquennio, per attestarsi attorno al 15,4 – 15,5% fino al 2019 , per effetto del contenimento esercitato sia dall`innalzamento dei requisiti di accesso al pensionamento sia dall`introduzione del sistema di calcolo contributivo, i quali superano abbondantemente gli effetti negativi indotti dal la fase iniziale della transizione demografica. Negli anni successivi, si apre una nuova fase di crescita che porta il rapporto al 16,3%, nel 2044. Da qui in poi, il rapporto spesa/PIL scende rapidamente attestandosi al 15,6% nel 2050 ed al 13,1% nel 2070, con una decelerazione pressoché costante nell`intero periodo.
Molto più pessimistiche, quasi catastrofiche, sono invece le stime europee EPC-WGA (Economic Policy Committee – Working Group on Aging) che vengono prodotte con cadenza triennale e riguardano le previsioni di medio – lungo periodo delle principali componenti della spesa pubblica age-related , fra cui la spesa per pensioni. Il prossimo aggiornamento delle previsioni EPC – WGA verrà completato entro i prossimi mesi dell`anno in corso e i risultati saranno pubblicati nei primi mesi del 2018 (Ageing Report 2018). Tuttavia, il quadro delle ipotesi di scenario è stato già delineato nei mesi passati e trasmesso agli stati membri il 23 maggio scorso nella versione completa e sostanzialmente definitiva.
In sintonia con le analisi diffuse in questi giorni dall`Inps anche le stime Eurostat puntano il dito sull`impatto devastante che avrebbe per il sistema Italia un dimezzamento dei flussi migratori, con conseguente riduzione della popolazione attiva. Rispetto alle precedenti statistiche europee (2015) il Pil medio annuo italiano crollerebbe verticalmente (dallo 1,4% allo 0,7% nel periodo 2015-2070). E la spesa pensionistica, in rapporto al Pil, crescerebbe di 2 punti percentuali superando il 18% nel decennio 2035-2045 prima di iniziare a flettere. Ciò porterà alla vanificazione – sottolinea la RGS – di buona parte dei risparmi di spesa conseguiti con le recenti riforme. In sostanza dalle stime europee emerge, in particolare, che il forte incremento del rapporto fra spesa pensionistica e PIL è interamente imputabile all`ipotesi di contrazione della crescita economica e non già all`assetto regolatorio del sistema pensionistico italiano che, per effetto degli interventi di riforma, recepisce le soluzioni più avanzate in ambito UE.