Nuovo fronte dell’Inps contro i pensionati, stavolta, ma già l’aveva fatto in precedenti occasioni, il bersaglio sono i pensionati a 1000 euro al mese che vanno in Bulgaria perché con quella cifra ci vivono. E’ chiaro che chi ha una pensione d’oro all’estero ci va solo in vacanza ma per mete di tutt’altro livello. I pensionati contributivi, quelli cioè che hanno una pensione in base ai contributi versati, hanno il diritto di godersela dove meglio credono e poi all’estero i pensionati pagano meno tasse o come in Portogallo non ne pagano per niente. In Svezia i pensionati pagherebbero di più ed infatti non ci vanno anche perché fa freddo. Ma se ci andassero non penso che lo stato italiano verserebbe la differenza.
Nel Secondo i dati Inps nel 2017  le quattordicesime percepite all’estero cresciute del 131%
Guardando alla mappa per Paese di chi riceve la quattordicesima, il maggior numero è «presente in Europa (39,6%) in America meridionale (36,1%) e in America settentrionale (12,6%)». Si tratta, ha ricordato il presidente dell’Inps, «in grandissima parte di paesi in cui esistono redditi minimi garantiti il cui accesso è basato sul livello di reddito degli individui con benefici il cui ammontare è stabilito in modo tale da portare questo reddito al di sopra di soglie (di povertà) prestabilite. Questo significa – ha concluso Boeri – che il nostro paese con le quattordicesime erogate a residenti di questi paesi sta di fatto riducendo gli oneri per spesa assistenziale di altri paesi».
373mila pensioni pagate all’estero: durate contributive molto basse
Nel complesso, ha spiegato Boeri, «le pensioni pagate all’estero dall’Inps, su 160 Paesi, nel 2016 sono state oltre 373mila», per un valore «poco superiore a 1 miliardo di euro». Boeri ha fatto notare che «più di un terzo delle pensioni pagate a giugno del 2017 hanno periodi di contribuzione in Italia inferiori a 3 anni, il 70% è inferiore ai 6 anni e l’83% è ai 10 anni», quindi durate contributive «molto basse».
Secondo il presidente dell’Inps, dunque, le prestazioni assistenziali pagate all’estero «vanno a ridurre gli oneri di spesa sociale di altri Paesi, è quindi come se il nostro Paese operasse un trasferimento verso altri senza avere un ritorno in consumi». Le somme, ha aggiunto Boeri, sono erogate «dall’Italia invece che dal Paese in cui si risiede e si paga le tasse». Insomma, per l’economista è «un’anomalia», visto che «non c’è un quadro di reciprocità». E il fenomeno, ha concluso, «è in aumento sul 2017, a seguito degli interventi fatti, con la spesa per 14esime più che raddoppiata».