Il 13 settembre 2017 si è svolto il previsto incontro tra Cgil-Cisl-Uil e Governo sul tema della Previdenza,nell’ambito della cosiddetta fase due prevista dal Verbale di sintesi del 28 settembre 2016.
Il Ministro Poletti ha aperto la riunione riprendendo alcuni punti dei temi previdenziali
affrontati durante gli ultimi incontri, confermando la disponibilità ad un allargamento
della platea dell’ape sociale, ma limitatamente ad alcuni casi legati alla scadenza di un
contratto a termine.
Il Ministro ha comunque tenuto a precisare che un quadro più preciso sull’ape sociale,
sarà disponibile solo dopo il 22 settembre, data in cui avrà luogo la Conferenza dei
servizi, all’interno della quale l’Inps pubblicherà i dati ufficiali delle domande di Ape
sociale e precoci presentate, suddivise per diversa tipologia.
Ha poi, come concordato durante l’ultimo incontro, chiesto al sindacato una proposta su
alcuni punti, in particolare su giovani, donne e lavoro di cura.
Per quanto riguarda i giovani, i sindacati hanno fatto presente al Ministro, che il contributivo dovrebbe essere un sistema caratterizzato da una flessibilità in uscita, tale da non avere vincoli di raggiungimento di un certo importo di pensione (raggiungimento del 1,5 o del 2,8 volte l’assegno sociale), per l’uscita anticipata di vecchiaia.
E’ stato comunque ribadito la necessità della cancellazione di tali limiti o della
riduzione di entrambi i valori, che rischiano di premiare situazioni lavorative più forti e
meno discontinue nel tempo, penalizzando i lavoratori più deboli. Per quanto invece attiene la proposta sulla pensione contributiva di garanzia, è stato chiesto una riformulazione della proposta, garantendo un maggior raccordo tra il
trattamento previdenziale e la storia contributiva della persona, superando quindi
l’impianto ipotizzato, che a nostro avviso risulta disincentivante alla partecipazione
attiva sul mercato del lavoro e al relativo versamento contributivo. Abbiamo quindi
proposto l’elaborazione di un Memorandum che sulla pensione di garanzia nel sistema
contributivo, fissi i principi e gli impegni futuri.
Per quanto riguarda le donne, è stato fatto presente che il riconoscimento del lavoro
delle donne è un concetto universalistico e non può essere ridefinito all’interno dello
strumento dell’ape sociale, che invece, è riferito ad alcune casistiche particolari. E’ stato
richiesto di agire sul comma 40 lettera C art.1 della L.335/1995 , prevedendone
l’estensione ai soggetti destinatari del sistema misto, innalzando gli attuali 4 mesi di
riconoscimento previsti a 12 mesi per ogni figlio, con un tetto di 3 anni.
Sul lavoro di cura, punto su cui non è giunta alcuna proposta da parte del Governo,
è stato richiesto la possibilità di un anticipo pensionistico di 1 anno ogni 5 anni, con
un tetto massimo di 5 anni, per tutti quei soggetti che assistono un familiare titolare del
riconoscimento di handicap grave (ai sensi della L.104/92). Inoltre è stato proposto di valutare la possibilità , nel contributivo, di un riconoscimento del lavoro di cura, partendo dai dati statistici, disponibili e certificati nel nostro Paese, con una valorizzazione della contribuzione per le donne, che contribuiscono in maniera determinate al lavoro di cura in termini più generali.
Per quanto riguarda l’Ape sociale e i lavoratori precoci è stato richiesto
l’allargamento della platea, chiedendo al Governo di far rientrare alcuni soggetti
attualmente esclusi (lavoratori disoccupati per scadenza di un contratto a tempo
determinato, l’utilizzo della contribuzione estera per il raggiungimento del requisito
contributivo richiesto, coloro che nonostante siano stati licenziati non hanno
perfezionato il requisito contributivo per ricevere la Naspi).
Inoltre, i sindacati hanno  proposto che la verifica del requisito contributivo per il riconoscimento dei lavori gravosi venga effettuata in un periodo più lungo (7anni sugli ultimi 10), la riduzione a 30 del limite contributivo dei 36 anni richiesto attualmente per i lavori gravosi ed infine estendere la casistica dei lavori gravosi ad altre tipologie di lavoratori, la modifica degli attuali termini di accesso al tfs/tfr per tutti i lavoratori pubblici che richiedono tali prestazioni.
Su un altro punto previsto nella fase uno, il cumulo, è stato richiesto le disposizioni
attuative necessarie al cumulo della contribuzione versata anche nelle casse dei liberi
professionisti. E’ stato ripreso il tema, centrale, dell’adeguamento del requisito pensionistico legato alla speranza di vita, su cui i sindacati hanno richiesto la sospensione dell’incremento dei requisiti pensionistici previsti dal primo gennaio 2019 e il superamento
dell’automatismo che, fra l’altro, attualmente pesa due volte in termini di allungamento
dell’età pensionabile e abbassamento dei rendimenti pensionistici. E’ stato inoltre
proposto la costituzione di un gruppo di lavoro che possa individuare criteri in grado di
misurare il diverso impatto delle attività lavorative sulla speranza di vita.
Sono stati ripresi alcuni punti  come la necessità di rilanciare la previdenza complementare, la ridefinizione della Governance dell’Inps, l’impegno ad una verifica dell’andamento dell’ottava salvaguardia relativa agli esodati e la situazione di opzione donna.
Il Ministro Poletti si è impegnato a valutare, anche in termini di costi, le proposte
Sindacali
. Ha comunque voluto precisare che ci muoviamo in un percorso stretto con dei limiti
prefissati e con un’attenzione particolare ai conti. Il quadro delle risorse disponibili sarà
più chiaro il 20 settembre dopo la presentazione della Nota di aggiornamento del Def,
proponendo il prossimo incontro solo ai primi di ottobre.
E’ evidente che al momento risulta molto ampia la distanza tra le proposte dei sindacati  e
quella presentata dal Governo.