Il 7 novembre 2017 si è tenuta nel tardo pomeriggio  la seconda riunione del tavolo
tecnico tra Governo e Sindacati sulla previdenza, istituito a seguito della riunione con il
Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 2 novembre.
Per il Governo erano presenti la Presidenza del Consiglio, il Ministero del Lavoro, il
Ministero Economia e Finanza e la Ragioneria dello Stato.
In apertura dell’incontro il dott. Marco Leonardi, consulente economico della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha
confermato che nel mandato da loro ricevuto il perimetro del confronto, oltre al
tema dell’aspettativa di vita, comprende esclusivamente la previdenza complementare e
il Fis.
Sul punto all’ordine del giorno, l’individuazione della platea dei lavori gravosi per i
quali sospendere l’incremento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, in rapporto alla
crescita dell’aspettativa di vita, l’esecutivo ha proposto l’esenzione dell’incremento, a
partire dal 2019, per la platea dei lavori gravosi già definiti nell’APE sociale e ha poi
proposto di allargare questa platea, a: operai agricoli, marittimi, pescatori, lavoratori
siderurgici addetti allo stampaggio a caldo.
Secondo le stime presentate dal Governo, questa platea così composta dovrebbe valere
il 10% delle pensioni di vecchiaia liquidate, quindi, circa 15.000 – 20.000 lavoratori per
ogni anno.
Il requisito della gravosità che hanno proposto, lo intendono perfezionato con il
raggiungimento nell’ultima parte della vita lavorativa di almeno 6 anni sugli ultimi 7
anni di lavoro gravoso e un’anzianità contributiva di almeno 36 anni di contribuzione,
come previsto per l’Ape sociale, con un’apertura sulla possibilità di abbassare tali soglie.
Parallelamente a quanto sopra indicato, il Governo ha proposto l’istituzione di una
Commissione, composta da Inps, Inail, Istat, Ministero del Tesoro, del Lavoro, della
Salute ed Economia, che possa, entro giugno/settembre 2018, lavorare sulle diverse
situazioni occupazionali, con una verifica sugli ultimi anni di lavoro in collegamento
all’aspettativa di vita, per provare a effettuare un lavoro più scientifico, che potrebbe
portare ad ulteriori interventi con la Legge di Bilancio 2019.
Il dott. Leonardi ha tenuto a precisare che la loro proposta si configura come una
soluzione previdenziale e non assistenziale, come è invece l’ape sociale.
I sindacati hanno ribadito la necessità di discutere tutti i temi previsti per la fase due
dal verbale di sintesi sottoscritto il 28 settembre 2016, su cui si è ancora in attesa di
risposte concrete.
Prendendo atto che anche il governo adesso riconosce l’esigenza di istituire una
Commissione tecnica per produrre dati e analisi oggettive su cui fondare le scelte di
merito, è stato nuovamente proposto di bloccare nel frattempo l’automatismo
dell’incremento dell’età pensionabile previsto dal primo gennaio 2019.
Mentre, per quanto attiene alla proposta formulata, essa interviene su una platea del
tutto marginale ed esclude dal blocco moltissime mansioni e occupazioni lavorative, che invece avrebbero pienamente diritto ad essere considerate.
Inoltre, il blocco dell’adeguamento del requisito pensionistico, dovrebbe agire anche sulla pensione anticipata.
Per quanto riguarda invece gli altri criteri di accesso, è da considerarsi  improprio
riferirsi esclusivamente all’ultima fase del periodo lavorativo, trascurando tutti coloro
che nel corso della vita lavorativa hanno svolto quella mansione.
E’ stato fatto presente che il meccanismo dell’attesa di vita che cresce, impatta anche
sulla costruzione e modifica dei coefficienti di trasformazione e quindi, la necessità di
un blocco dei coefficienti per le mansioni individuate come gravose.