Il bilancio di previsione non è proprio tranquillizzante. Si prevede un forte disavanzo e contributi nuovi non ne arrivano. Essendo quello italiano un sistema a ripartizione questo preoccupa non poco sulla tenuta del sistema. Il metodo a ripartizione vigente in Italia, sia che la pensione si calcola col retributivo o con il contributivo, è quello in base al quale i contributi che si raccolgono si spendono subito per pagare le pensioni. Quindi occorre una ripresa dell’economia in grado di sviluppare veramente l’occupazione che a sua volta alimenta i contributi nelle casse previdenziali. Un circolo virtuoso che diventa negativo quando l’economia non decolla come si vorrebbe.
Proprio per capire come stanno le cose il giorno 25 febbraio 2016 il presidente dell’Inps Tito Boeri è stato ascoltato dalla Commissione parlamentare bicamerale di vigilanza sugli enti di previdenza ed assistenza.
Sulla solidità dell’Inps, Boeri ha dichiarato che i cittadini non devono avere nulla da temere dal disavanzo previsto per il 2016. «Anche se l’Inps fallisse, e non sta avvenendo – ha spiegato – i cittadini continueranno ad avere le loro prestazioni e le loro pensioni». Queste infatti sono erogate su base di leggi. Il maggior disavanzo dipende da una precisa volontà di fare un’operazione di trasparenza facendo un accantonamento maggiore al fondo svalutazione crediti che ha portato automaticamente all’aumento del disavanzo. Nel passato si agiva diversamente, ma ora è meglio che si sappiano subito come stanno le cose.