Secondo il Natixis Investment Managers relativo all’edizione 2018 del Global Retirement Index, l’indice che assegna ai vari paesi un punteggio relativo al sistema pensionistico, l’Italia si piazza al 29° posto.
Riguardo alla metodologia, Il Global Retirement Index valuta i fattori che indicano la sicurezza previdenziale in 43 delle principali economie sviluppate dove la previdenza è una questione sociale ed economica importante.
E’ stato realizzato da Natixis Investment Managers con il supporto di CoreData Research, società di ricerca inglese. L’indice prende in esame le economie avanzate secondo l’FMI (Fondo Monetario Internazionale), stati membri dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina).

Lo studio si è basato su dati rilevati da una serie di fonti, inclusa la Banca Mondiale. I ricercatori hanno così calcolato un punteggio medio per ogni categoria per poi combinare i punteggi di ogni categoria al fine di ottenere una classifica generale sui 43 paesi analizzati.
In particolare il Global Retirement Index assegna un punteggio generale ai paesi nelle aree di sostenibilità del sistema pensionistico, basato su quattro sottoindici, corrispondenti ai diversi fattori di benessere che impattano sulla vita dei pensionati: il benessere materiale che consente di vivere comodamente (Material Wellbeing), il benessere finanziario, legato all’accesso ai servizi finanziari di qualità al fine di preservare i risparmi e massimizzare i rendimenti (Finances in Retirement), la salute, legata l’accesso a servizi sanitari di qualità (Health) e, la qualità della vita, legata alla possibilità di vivere un ambiente più pulito e sicuro (Quality of Life).
Antonio Bottillo, Managing Director di Natixis Investment Managers Italia:
“Il nostro indice mette in luce alcuni degli approcci più innovativi alla validità dei sistemi pensionistici.

Il trend demografico del 21° secolo, gli squilibri fiscali e le politiche monetarie stanno mettendo a dura prova le risorse dei governi, dei datori di lavoro e dei singoli individui di tutto il mondo. In Italia, in particolare, la sicurezza del sistema pensionistico è una sfida, considerato l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’anzianità della forza lavoro.
Il dibattito politico sulla revisione della Legge Fornero è acceso. Più che una questione politica, raggiungere una sicurezza nell’età pensionabile richiede anche l’impegno degli investitori italiani che devono iniziare a pensare attivamente al loro futuro finanziario e ad assumersi le loro responsabilità.
Nessuno dei Paesi è del tutto immune dalle sfide associate all’invecchiamento della popolazione, all’aumento della speranza di vita, alla tensione delle risorse statali, alla crisi di sistemi pensionistici e ai bassi tassi di interesse. Ma se è vero che i cittadini di un paese possono influenzare solo moderatamente le condizioni quadro economiche e fiscali, è altresì vero che essi possono scegliere le strategie di investimento più opportune e costruire piani pensionistici più solidi.

Uno dei temi chiave che emergono dal nostro Global Retirement Index è la necessità per tutti i protagonisti del settore dei servizi finanziari di rivalutare le vecchie ipotesi e considerare questa sfida come una responsabilità condivisa per migliorare le pensioni. Come asset manager, dobbiamo avere la capacità di aiutare gli investitori ad affrontare i complessi fattori che contribuiscono alla sicurezza pensionistica, il che significa costruire portafogli con una visione a lungo termine e un’attenzione al rischio, piuttosto che obiettivi di performance a breve termine che incoraggiano le decisioni di investimento emotivo.

Dobbiamo invece offrire soluzioni attive che vadano oltre gli investimenti tradizionali. Considerare un’ampia gamma di strategie attive e alternative è essenziale per diversificare il rischio di portafoglio e generare rendimento, che in ultima analisi, permetterà agli investitori italiani di assicurarsi una pensione integrativa”.

fonte: traderlink.it