Le persone avvedute hanno potuto constatare con mano come è stata scritta, “discussa” ed approvata la legge di bilancio 2019, quali stravolgimenti abbia inferto alla democrazia a prescindere dai contenuti della manovra. Invece di chiedere comprensione per le modalità seguite, nel corso della mattinata del 30 dicembre 2018,  sul blog delle Stelle è comparso un post anonimo molto duro contro le opposizioni a firma dell’intero Movimento salvo poi scomparire completamente.
Il post scomparso dopo poco, così titolava: «GOVERNO E MANOVRA SOTTO ATTACCO»
«Siamo sotto attacco. Il governo, la manovra del Popolo. La democrazia è sotto attacco. È in corso una delle più violente offensive nei confronti della volontà popolare perpetrata in 70 anni di storia repubblicana. A sferrarla sono grandi lobby, poteri forti e comitati d’affari. Lottano per sopravvivere, per mantenere i propri privilegi, benefit, prebende, che si sono arbitrariamente assegnati in questi anni sulla pelle degli italiani. Giornali, Pd e FI da giorni continuano a ripetere: le banche saranno costretti ad aumentare i mutui, le assicurazioni le tariffe, i Comuni (la maggior parte di Pd e FI) aumenteranno l’Imu e le tasse locali, dai concessionari ci saranno rincari dei pedaggi. Sostengono che queste sono le conseguenze della Manovra del Popolo, del Governo del Cambiamento». «Questo», si ribadiva, «è un vero e proprio ricatto morale. Il Pd e FI, l’eterno patto del Nazareno, sono complici di tutto ciò. In sostanza ci hanno mandato questo pizzino: attenzione a non colpire le banche, le assicurazioni, i concessionari, ovvero i nostri amici, perché vi scateneremo contro gli italiani con rincari generalizzati.
Non si capisce perché queste “pacate e convincenti argomentazioni”  siano state rimosse. E’ uno scaricabarile a futura memoria, come a dire che noi non ci abbiamo colpa se tutto va a scatafascio. Purtroppo molti ci crederanno convinti  che tutti i prossimi aumenti dai mutui eccetera sono una ritorsione decisa a tavolino contro “la manovra del popolo”.
Tuttavia la manovra approvata contiene delle misure anche sulle pensioni, non quelle epiche sulla quota 100 e sulla pensione di cittadinanza, bensì sul taglio delle pensioni d’oro e l’enjnesino blocco della perequazione. Ai pensionati che hanno protestato perché sono dieci anni che non riescono ad avere un adeguamento integrale al costo della vita, il premier Conte li ha pregati di non fare i pidocchiosi per qualche euro in meno.  Ma i sindacati non ci stanno. Per loro si tratta di una decisione scellerata e insopportabile perché ancora una volta si mettono le mani nelle tasche di chi ha lavorato duramente per una vita facendogli pagare il conto della manovra economica”, sono le parole dei segretari generali Ivan Pedretti (Spi-Cgil), Gigi Bonfanti (Fnp-Cisl) e Romano Bellissima (Uilp-Uil). Pedretti, poi, intervistato da La Stampa spiega che nelle misure del Governo “non c’è nessuna riforma della Fornero. Con quota 100 si accontenta un pezzo del mondo del lavoro, ma si discriminano le donne, i lavoratori agricoli, del commercio e dell’edilizia. Proprio quelli che hanno una carriera discontinua sono esclusi da quota 100”, misura che “viene finanziata togliendo risorse ad altri pensionati, che hanno sempre pagato tasse e contributi, e senza colpire chi evade il fisco”. “Piuttosto che quota 100, sarebbe stato meglio varare una vera pensione di garanzia per i giovani”, aggiunge il sindacalista.