Mercoledì 12 giugno la COVIP ha presenteto presso la Camera dei deputati la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2018 In questa occasione il Presidente Mario Padula ha svoltoà le considerazioni sull’esercizio appena concluso e sulle prospettive future. La dimensione patrimoniale delle forme previdenziali fornisce elementi per la valutazione della struttura del mercato e dei connessi meccanismi di dispiegamento della concorrenza.
Sul piano generale, nel corso degli anni il sistema della previdenza complementare ha fatto registrare un consolidamento. Quasi i tre quarti (60 per cento nel 2015) del totale delle risorse sono appannaggio delle 45 (32 nel 2015) forme pensionistiche che dispongono di più di un miliardo di risorse accumulate. Esse comprendono 18 fondi negoziali, 6 fondi aperti, 7 PIP e 14 fondi preesistenti, concentrando nell’insieme 118 miliardi di euro (80,5 nel 2015).
Nella classe tra 500 milioni e 1 miliardo figurano 26 forme (5 fondi negoziali, 8 fondi aperti, 5 PIP e 8 fondi preesistenti), per complessivi 17,6 miliardi di euro di risorse accumulate. I fondi con risorse inferiori a 25 milioni di euro sono 158, totalizzando 1,3 miliardi (appena lo 0,8 per cento del complesso delle risorse destinate alle prestazioni); tale classe dimensionale, che non comprende nessun fondo negoziale, è costituita da 8 fondi aperti, 20 PIP e 130 fondi preesistenti.
Gli iscritti sono circa 8 milioni. Ai fondi pensione negoziali sono iscritti 2,948 milioni di individui, il 6,8 per cento in più rispetto al 2017. Il settore ha continuato a essere trainato dall’ulteriore estensione della modalità di adesione contrattuale, che ormai costituisce il canale di adesione di circa un terzo degli iscritti ai fondi negoziali. Per effetto di tale meccanismo, sulla forma individuata dalla contrattazione collettiva affluisce il contributo contrattuale, a carico del datore di lavoro, a favore di tutti i lavoratori ai quali si applica il contratto di riferimento; il versamento iscrive in modo automatico il lavoratore al fondo.
Gli iscritti ai fondi pensione aperti sono 1,429 milioni, il 6,4 per cento in più rispetto al 2017; quelli dei PIP “nuovi” sono 3,130 milioni, il 5,4 per cento in più. Includendo anche i circa 370.000 iscritti dei “vecchi” PIP ed escludendo le doppie iscrizioni tra PIP “nuovi” e “vecchi”, il segmento dei piani individuali di tipo assicurativo conta circa 3,4 milioni di aderenti, il 43 per cento dell’intero sistema della previdenza complementare.
Il 2018 è stato un anno negativo per i mercati finanziari e in particolar modo per quelli azionari. Ne hanno risentito anche i rendimenti dei fondi pensione, dopo un decennio in cui sono stati in media più che positivi.
I fondi pensione negoziali e i fondi aperti hanno perso in media, rispettivamente, il 2,5 e il 4,5 per cento. Su un periodo di osservazione decennale (2009-2018), più proprio del risparmio previdenziale, il rendimento netto medio annuo composto è stato del 3,7 per cento per i fondi negoziali e del 4,1 per i fondi aperti; nei PIP si è attestato al 4 per cento per le gestioni di ramo III e al 2,7 per quelle di ramo I. Su analogo orizzonte temporale la rivalutazione del TFR è stata del 2 per cento.