Via libera dal Consiglio dei ministri alla Manovra della Legge di bilancio 2021, nella serata del 16 novembre. Una manovra ricca di aiuti per le famiglie, il lavoro e fisco. Si passa dell’introduzione dell’Assegno unico universale per le famiglie fino alla riforma fiscale, ma pochi spiccioli sulle pensioni, per  una  vera riforma se ne dovrebbe parlare nel 2022 .

In tutto 38 miliardi di euro stanziati, per fronteggiare l’infinita emergenza Coronavirus.
Nel testo di legge di bilancio 2021 sul capitolo pensioni c’è la  proroga dell’Ape Social e Opzione Donna: i meccanismi di pensionamento anticipato riservato alle donne e a determinate categorie di lavoratori. Ci sono poi anche alcune novità.
Si ricorda che l’ape sociale spetta a chi:
ha almeno 63 anni di età;
ha almeno 30 anni di contributi o 36 anni in caso di addetti ad attività gravose. Per le donne, i requisiti sono ridotti di 12 mesi per ciascun figlio, nel limite massimo di 2 anni;
si trova in una delle seguenti condizioni:
è disoccupato:
per licenziamento, anche collettivo, o per dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
che da almeno 3 mesi ha smesso di fruire dell’indennità di disoccupazione.
è un caregiver (badante) che assiste, da almeno 6 mesi, il coniuge, il partner unito civilmente o un parente con handicap grave convivente o affine entro il 2° grado;
ha un’invalidità civile riconosciuta almeno al 74%;
ha svolto un’attività gravosa, per almeno 6 anni negli ultimi 7 oppure per almeno 7 negli ultimi 10.
ha cessato qualsiasi attività lavorativa dipendente o autonoma, in Italia e all’estero;
non è titolare di altro trattamento pensionistico diretto;
non è titolare di indennità di disoccupazione o di indennizzo commercianti.

Per l’Ape sociale, tra i lavoratori ammessi alle domande, rientrano ora  anche i disoccupati che non hanno beneficiato dell’indennità per mancanza del requisito contributivo e assicurativo.
Opzione donna 2020 consiste in un pensionamento anticipato, bisogna aver maturato i requisiti che seguono entro il 31 dicembre 2020:
lavoratrici dipendenti, 58 anni compiuti e 35 anni di contributi versati;
lavoratrici autonome, 59 anni compiuti e 35 anni di contributi.
Nel primo caso per conseguire la pensione è necessario aver cessato il rapporto di lavoro dipendente. Nel secondo, invece, non serve interrompere l’attività autonoma.

In entrambi i casi, è possibile beneficiare dell’Opzione donna solo optando per la liquidazione della pensione con le regole di calcolo del sistema contributivo.
Per la decorrenza della pensione, c’è bisogno di attendere:
12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per le lavoratrici dipendenti;
18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per le lavoratrici autonome.
Accanto alla proroga di Ape social e Opzione donna, non c’è la detassazione delle pensioni, come è stato fatto con la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, nè l’introduzione della 14^ mensilità per tutti i lavorqatori fino ad un importo sui 40 mila euro, ma c’è il differimento della perequazione, invece nel pacchetto della mini-riforma pensioni rientrano anche novità sul fronte riconoscimento contributi per i lavoratori part time vertificale ciclico.

Sui contratti part-time verticali ciclici, in ottica del pieno riconoscimento dei contributi previdenziali per i periodi lavorati, l’intera durata dei contratti di lavoro a tempo parziale, con periodi non lavorati interamente, è utile ai fini del raggiungimento dei requisiti per il diritto alla pensione, mentre la stretta in vigore sulla rivalutazione delle pensioni dovrebbe terminare solo alla fine del 2021. Dal 2022 dovrebbe scattare quindi il nuovo meccanismo con 3 fasce: 100% fino a 4 volte il minimo, 90% tra 4 e 5 volte il minimo e 75% sopra questa soglia.