A settembre dello scorso anno s’era avviato ed impantanato il tavolo Governo Sindacati per l’ennesima riforma della riforma delle pensioni, oltre alla costituzione dei soliti tavoli tecnici ed alla proroga delle due già costituite fin dal 2018 e mai operative, quella sui ‘lavori gravosi’ e quella sulla ‘separazione tra assistenza e previdenza’. Inoltre la ministra del Lavoro Catalfo in quella sede annunciò di avere l’ intenzione di formare una Commissione di esperti per la riforma definitiva della Legge Fornero. La Commissione sulla riforma pensioni dovrebbe essere composta dal Mef, dall’Inps e dalle parti sociali, oltre che da alcuni esperti ed insediata a gennaio ( questo mese ndr). Per cui si dovrebbe agevolmente dedurre che le misure contenute nella legge di bilancio 2021, la legge 178/2020, contiene il “minimo sindacale” perché non include nell’ape sociale i lavoratori “fragili” Covid, né la sterilizzazione degli effetti negativi della caduta del Pil nel calcolo dei coefficienti che determinano l’importo della pensione, né il meccanismo di superamento dello scalone di cinque anni allo scadere della misura sperimentale al 31 dicembre 2021 che consentiva di anticipare la pensione a 62 anni e 38 di contributi , la c.d. Quota 100, con il ritorno nel 2022 ai 67 anni della legge Fornero.
La legge di Bilancio 2021, legge 178/2020, art 1 commi 346 e segg, si limita quindi a confermare per il 2021 le sei vie di uscita dal lavoro attuali, tre dei quali prorogati per altri dodici mesi: Opzione donna, Ape sociale e l’anticipo per i lavori precoci. Include invece “la nona salvaguardia per altri 2400 esodati”.
E in più anche “l’attesa misura per le lavoratrici in part-time verticale ciclico, impiegate nelle industrie stagionali: ai fini dell’anzianità, l’anno lavorato come parziale conterà per intero”.
Il comma 350 infatti stabilisce che nel contratto di lavoro a tempo parziale di tipo verticale e ciclico anche le settimane non interessate da attività lavorativa sono da includere nel computo dell’anzianità utile ai fini del diritto al trattamento pensionistico.
L’isopensione e il contratto di espansione vengono confermate e potenziate.

Pensione di “vecchiaia”
Possono andare in pensione tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno almeno 20 anni di contribuiti congiuntamente all’età anagrafica, che nel 2021 rimane a 67 anni, 66 anni e 7 mesi di età per gli addetti alle mansioni gravose; 5 anni di contributi a patto di aver compiuto i 71 anni di età per chi rientra interamente nel regime contributivo.

Pensione “anticipata”
Vanno in pensione anticipata nel 2021 a prescindere dall’età i lavoratori con 42 anni e 10 mesi di contribuiti versate e le lavoratrici con 41 anni e 10 mesi di contribuiti.
Pensioni 2021: Quota 100
Il 2021 è l’ultimo anno di Quota 100. Questo vuol dire che si potrà andare ancora in pensione a 62 anni con 38 anni di contribuiti.
Opzione donna
L’opzione viene prorogata nel prossimo anno e questo vuol dire che è possibile l’uscita a 58 anni (59 per le donne autonome) e 35 anni di contribuiti, ma il ricalcolo della pensione avviene tramite il metodo contributivo conuna perdita media del 30%.
Ape sociale
La legge di Bilancio ha riconfermato per un anno l’Ape sociale, ma non per tutti. Gli esclusi sono infatti i lavoratori “fragili”, in difficoltà per le gravi patologie mediche che li espongono al rischio Covid. Questo vuol dire che nel 2021 possono uscire a 63 anni con 30 di contribuiti dal mondo del lavoro: disoccupati, invalidi, caregivers, ricevendo un anticipo che si chiama Ape sociale fino al raggiungimento del requisito di vecchiaia. Mentre a 63 anni, ma con 36 di contribuiti escono coloro che sono esposti a lavori “gravosi”.

Lavoratori “precoci”
I lavoratori che hanno almeno un anno di contributi versati prima del compimento dei 19 anni possono andare in pensione con 41 anni di contribuiti.
La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto anche una revisione del contratto di espansione per farvi accedere anche le aziende con un minimo di 500 lavoratori dipendenti, prima era previsto solo per aziende con 1000 dipendenti. Questa opzione consente uno scivolo pensionistico di 60 mesi ai dipendenti aventi diritto alla pensione anticipata o che abbiamo compiuto 62 anni e non vogliano lavorare fino a 67 anni.

Isopensione
Il meccanismo dell’isopensione, introdotto dalla legge Fornero, permetteva l’uscita anticipata dal mondo del lavoro di solo 4 anni senza perdere lo stipendio.
Il periodo di 4 anni è stato esteso temporaneamente, per il triennio 2018-2020, a 7 anni ai sensi dell’articolo 1, c. 160 della legge 205/2017 (legge di Bilancio 2018).
Con il comma 345 dell’articolo 1, il periodo dei 7 anni viene mantenuto fino al 2023.

Entrata in vigore dei nuovi coefficienti di trasformazione

Le pensioni 2021 subiranno una decurtazione per effetto dell’entrata in vigore dei nuovi coefficienti di trasformazione. Non è una cosa nuova, perché furono resi noti con decreto ministeriale del Lavoro del 1 giugno 2020 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 147 dell’11 giugno 2020. Il DM si è reso necessario per modificare e aggiornare coefficienti di trasformazione del montante contributivo validi per il biennio 2021/2022. Secondo alcuni calcoli, a causa dei coefficienti di trasformazione, l’assegno annuo ricevuto dai pensionati dal 2009 a oggi è diminuito mediamente di circa 75 euro al mese.

I coefficienti di trasformazione consentono di calcolare l’assegno pensionistico annuo e variano in base all’età anagrafica del lavoratore nel momento in cui va in pensione e crescono di pari passo all’età dello stesso. Quindi, più tardi andrà in pensione, maggiore sarà il coefficiente di “rivalutazione” dell’assegno. Con la legge Dini i coefficienti sarebbero dovuto cambiare ogni 10 anni, con la riforma Fornero si è passati ad un aggiornamento triennale e dal 2019 biennale.
Età pensionamento    Coefficienti 2019/20     Coefficienti 2021-2022
57                                          4,200                                            4,186%
58                                          4,304                                            4,289%
59                                          4,414                                             4,399%
60                                         4,532                                              4,515%
61                                          4,657                                             4,639%
62                                         4,790                                             4,770%
63                                         4,932                                             4,910%
64                                         5,083                                            5,060%
65                                         5,245                                             5,220%
66                                         5,419                                             5,391%
67                                         5,604                                             5,575%
68                                         5,804                                            5,772%
69                                         6,021                                             5,985%
70                                         6,257                                             6,215%
71                                         6,513                                              6,466%.