L’Istat ha comunicato il nuovo indice dei prezzi al consumo di Febbraio 2021, secondo le nuove valutazione dell’istituto di statistica è pari a 103,0 punti. Nel rendere nota questa informazione l’ente ha anche sottolineato come: “Dato che l’incidenza della differenza rispetto all’indice in vigore al 31 dicembre 2020 è pari a 0,684262, sommando il 75% di tale valore con il tasso fisso dell’1,5% annuo, si ottiene per il mese di febbraio 2021 un indice di rivalutazione del TFR pari a 0,763196%“.

Ma cosa significa e cos’è il TFR? La sigla indica il Trattamento di fine rapporto e in questa guida vedremo a cosa serve e come funziona. Il TFR fino al 1982 è stato chiamato indennità di anzianità, poi con la legge del 25 Maggio n. 297 è stata introdotta la nuova definizione.

Nella norma che regola questo tesoretto sono state previste anche altre innovazioni:
anticipo di parte degli importi
costituzione di un fondo di garanzia per prevenire ’insolvenza del datore di lavoro
nuove disposizioni in materia pensionistica
La riforma del trattamento di fine rapporto prevede che “in caso di cessazione del rapporto di lavoro, il prestatore ha diritto ad un trattamento di fine rapporto, indipendentemente dalla tipologia di contratto con cui è stato assunto”.

In pratica nella retribuzione è inclusa una precisa somma che viene accantonata ogni mese, il lavoratore può decidere se destinare l’importo all’azienda, nel Fondo pensione o in busta paga. Ad essere differente nei tre casi è la tassazione applicata, ad esempio ai rendimenti sul TFR se si decide di lasciarlo presso l’azienda sarà applicata l’aliquota del 17%. Con il Fondo pensione l’imposta sale al 20% e sarà del 26% se si scelgono altre soluzioni. Il diritto alla riscossione del trattamento sarà prescritto in 5 anni.

La natura di questa misura è di garantire ai lavoratori una piccola somma nei casi di perdita del lavoro o di un temporaneo periodo di disoccupazione mentre si è in cerca di un nuovo lavoro. La funzione previdenziale è stata introdotta quando la legge ha concesso di destinare il TFR ai fondi pensionistici.
Solo dal 2015, con la nuova Legge di Stabilità approvata quell’anno, è stato previsto per i lavoratori la possibilità di richiedere al proprio datore di lavoro di ricevere il TFR in busta paga. Se leggete il documento sulla remunerazione mensile troverete tutti i dettagli del caso, se avete attivato questa opzione.
Cos’è la rivalutazione mensile del TFR
La norma relativa al trattamento di fine rapporto ha stabilito dei periodici adeguamenti del fondo per questa misura. Il calcolo dei nuovi coefficienti avviene entro la fine dell’anno. Gli indicatori che compongono l’indicatore che viene poi applicato al TFR sono:

un tasso fisso dell’1,5 %
una quota variabile in ragione dell’oscillazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati. Come visto questa somma viene calcolata dall’ISTAT e si determinata per il 75% dall’aumento registrato dall’indice rispetto a quello riscontrato per il mese di dicembre dell’anno precedente
Il dato del 103,0 indicato come indice del 2021 dall’Istat, è frutto di un preciso calcolo. Ecco come illustra l’ente di statistica questa operazione. Partendo dalla base 2015 = 100 per le famiglie di operai e impiegati, l’indice a febbraio 2021 è risultato in aumento del +0,1% rispetto a gennaio 2021 e in aumento del +0,5% rispetto al gennaio 2020.

fonte:sostariffe.it