I fondi negoziali della previdenza complementare non sono a prestazione definita, nel senso che quando si aderisce nessuno garantisce il risultato finale, esso dipenderà da una serie di elementi fra cui i rendimenti finanziari. Lo stesso ragionamento si può fare anche per la previdenza pubblica. In questo caso il risultato finale non dipenderà dai rendimenti finanziari, ma delle regole che di volta in volta legislatore vorrà cambiare. Siamo partiti dalla legge Dini che prevedeva la possibilità di andare in pensione già a 57 anni con 5 anni di contributi e siamo arrivati alla Fornero dove ci vogliono 67 ( 20 anni in più) e 20 di contributi ( 15 anni in più).
Paradossalmente mentre con la pensione Inps il cittadino è un soggetto passivo che non può schivare nessun colpo, nella previdenza complementare diventa un soggetto attivo che può costruirsi la rendita con le proprie mani.
Tuttavia, poiché nella previdenza complementare le decisioni sugli investimenti sono a carico degli iscritti, discende la necessità di poter capire e di valutare, anno dopo anno, se le scelte di investimento effettuate sono in linea con ciò che sperava di ottenere in termini di rendimento rispetto a quello che vorrebbe avere come pensione integrativa. Questa funzione prima era svolta dai Patronati e dai Sindacati quando queste organizzazioni avevano un seguito ed un appeal granitico e competenze specifiche. L’alternativa è rivolgersi a consulenti specializzati. In questo caso è facile prevedere che il lavoratore in questione si troverà ad aver sottoscritto un Pip. Fortunatamente anche i Fondi pensione si stanno attrezzando, attraverso la cosiddetta “funzione Finanza” ad offrire ai propri aderenti un adeguato servizio di consulenza.

Ma la diffidenza verso tutti i prodotti finanziari nella gente comune ha imperversato ovunque ed imperversa tuttora.
Dovendo mettere in gioco il trattamento di fine rapporto, una somma sicura, certa nell’ammontare e garantita dalla legge, per aderire alla previdenza complementare, il cui risultato finale dipende da come va la borsa, annichilisce non poche anime belle. Né sono persuasivi e compensativi i ragionamenti sui benefit aggiuntivi dei benefici fiscali e della contribuzione del datore di lavoro.
Nonostante ciò il numero delle adesioni degli italiani hanno superato gli 8 milioni ed è una cifra imponente e di tutto rispetto.
Ma la gran parte non ha un’ elevata familiarità con le tematiche finanziarie, familiarità strettamente correlata al reddito, età e grado di istruzione. Si fidano , altri al contrario, pensano di sapere più di quanto in realtà conoscono e fanno difficoltà a comprendere le informazioni ricevute.

I programmi di educazione finanziaria dovrebbero andare in parallelo con l’educazione previdenziale . Quest’ultima deve prioritariamente inculcare il concetto i dipendenti ed i lavoratori autonomi sul fatto che, per poter disporre in età avanzata di un reddito adeguato alle proprie necessità, sarà necessario aderire alla previdenza complementare fin dall’inizio della carriera lavorativa. In quest’ambito vanno spiegate le differenze delle varie forme di previdenza complementare e i vari tipi di rendita e da che cosa dipende l’ammontare finale della rendita.
Compreso il meccanismo della previdenza complementare, l’educazione finanziaria pur non essendo la panacea di tutti i mali, facilita la scelta della propria linea di investimento o cambiarle per avere una vecchiaia serena con quell’adeguato tenore di vita previsto e auspicato dalla legge. Perché la conoscenza delle regole previdenziali già gli ha fatto capire che con la sola pensione pubblica ciò non sarà possibile.

Non bisogna mai dimenticare che nonostante gli approcci interpersonali siano sempre più virtuali grazie a facebook, twitter e quant’altro, la gente vuole poter porre domande ad una persona fisica che le sta di fronte e ricevere una risposta da competente.
Questo fra l’altro è uno dei segreti del successo dei Pip che si basano proprio sul colloquio diretto fra potenziale cliente e collocatore di polizze.

Ma le Istituzioni non stanno a guardare così Ottobre 2021 sarà il Mese dell’Educazione Finanziaria. E’ la quarta edizione e il Comitato governativo per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria sarà presente in tutta Italia con una serie di iniziative destinate a promuovere lo sviluppo della cultura finanziaria, assicurativa e previdenziale. Il tema del Mese di ottobre 2021 sarà “Prenditi cura del tuo futuro”, per evidenziare il forte legame tra quello che seminiamo oggi e quello che raccoglieremo domani.