Al posto di quota 100 in cantiere un’ape social rafforzata.

Quota 100 finisce alla fine dell’anno, e tutti gli indicatori politici ed economici fanno supporre che non sarà prorogata. Essa consentiva a coloro che avevano 38 anni di lavoro di poter andare in pensione a soli 62 anni di età, mentre per tutti gli altri lavoratori e lavoratrici l’età canonica è quella stabilita dalla Fornero, di 67 anni più eventuali adeguamenti alla speranza di vita, che per l’impatto dell’epidemia, è in flessione.
La filosofia che muove i passi del governo è quella di far andare in pensione quanti più dipendenti possibili a 67 anni in modo da evitare la bancarotta del sistema pensionistico e garantire pensioni decenti alla quasi generalità dei cittadini e dei residenti. Naturalmente rispetto a questa regola anagrafica di carattere generale, non si possono ignorare delle fattispecie che invece necessitano di una regolamentazione particolare e che nel passato hanno dato vita a massicci prepensionamenti, pensioni di anzianità ed ora pensioni anticipate. In questo senso già in precedenza si era intervenuti con delle norme più favorevoli riguardo ai lavori usuranti ed ai lavori gravosi, che sono due fattispecie diverse e quindi diversamente regolamentate.

Lavori usuranti

I lavori usuranti consistono in mansioni lavorative particolarmente logoranti, tassativamente indicati nel Decreto Legislativo 21 aprile 2011, n. 67 oppure prevedono la prestazione in turni notturni per un minimo di giornate l’anno. Gli addetti ai lavori usuranti non devono essere confusi con gli addetti ai lavori faticosi e rischiosi, ossia coloro che svolgono una delle attività elencate nella normativa dell’Ape sociale
Gli addetti ai lavori usuranti hanno diritto alla pensione anticipata con un minimo di 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Entrambe le categorie, ad ogni modo, possono accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, se possiedono almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro versati prima del 19° anno di età.
Sono lavori usuranti:
• lavori in galleria, cava o miniera: sono comprese anche le mansioni svolte prevalentemente e continuativamente in ambienti sotterranei;
• lavori in cassoni ad aria compressa;
• lavori svolti dai palombari;
• lavori ad alte temperature;
• lavorazione del vetro cavo;
• lavori di asportazione dell’amianto;
• lavori svolti prevalentemente e continuativamente in spazi ristretti: la norma si riferisce, in particolare, ad attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, e, per spazi ristretti, intende intercapedini, pozzetti, doppi fondi , blocchi e affini;
• conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo, con capienza superiore a 9 posti;
• lavori a catena o in serie: sono comprese anche le ipotesi di chi sia vincolato all’osservanza di un determinato ritmo produttivo, o la cui prestazione sia valutata in base al risultato delle misurazioni dei tempi di lavorazione.
Il beneficio della pensione di anzianità spetta:
• se l’attività usurante è stata svolta per almeno 7 anni, negli ultimi 10 anni di vita lavorativa;
rientrano nell’agevolazione anche i lavoratori che svolgono turni notturni.

Lavori faticosi e rischiosi ( c.d. Gravosi)

Gli addetti ai lavori faticosi e rischiosi sono coloro che hanno prestato per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni un’attività lavorativa particolarmente difficoltosa o rischiosa, facente parte dell’elenco di professioni di seguito indicato:
• operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
• conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; • conciatori di pelli e di pellicce;
• conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
• conduttori di mezzi pesanti e camion;
• professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
• addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza; • professori di scuola pre-primaria;
• facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
• personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
• operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

Questi lavoratori non possono beneficiare della pensione di anzianità con le quote, ma soltanto della pensione anticipata o dell’Ape sociale, un istituto relativamente recente per venire incontro alla reale esigenze che i lavori non essendo tutti uguali non possono avere la stesa regolamentazione anagrafica. E’ evidente che un lavoratore edile arrampicarsi sulle impalcature fino a 67 anni è un po’ complicato.
Ecco in sintesi come è disciplinata l’Ape sociale.

Anticipo Pensionistico – APE
L’APE è stata introdotta con la legge di bilancio 2017 che, a partire dal 1° maggio 2017,dà la possibilità alle categorie di lavoratori sopracitate, residenti in Italia che hanno smesso l’attività lavorativa, e che non siano titolari di nessun trattamento pensionistico diretto ed abbiano compiuto almeno 63 anni di età, di ricevere un sussidio, erogato direttamente dall’Inps fino al raggiungimento dell’età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia.
Gli aventi diritto all’ape sociale si possono raggruppare i quattro macrocategorie: I disoccupati, coloro che aiutano i familiari con problematiche specifiche (caregivers), gli invalidi e gli addetti a lavori gravosi.
Disoccupati
Devono avere almeno 30 anni di contribuzione e si trovino disoccupati a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale Dal 1° gennaio 2018 possono chiederla anche i disoccupati in conseguenza della scadenza di un contratto a termine
Badanti (caregivers)
Devono avere 30 anni di contribuzione e, al momento della richiesta, assistere da almeno sei mesi, il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. Dal 1° gennaio 2018 sono inclusi coloro che assistono un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Invalidi
Devono avere almeno 30 anni di contribuzione ed essere invalidi almeno al 74 per cento.
Addetti ai Lavori cd. Gravosi
Siano lavoratori dipendenti con almeno 36 anni di contribuzione e, alla data di presentazione della domanda di accesso all’Ape sociale, abbiano svolto una o più delle professioni cd. gravose per almeno sei anni negli ultimi sette oppure per almeno sette anni negli ultimi dieci.
• . APE sociale donna
Le donne, possono ottenere una riduzione dei contributi richiesti, pari a 12 mesi per ciascun figlio, nel limite massimo di 2 anni);
• Lavoratori operai dell’agricoltura e della zootecnia per i lavoratori dipendenti operai dell’agricoltura e della zootecnia, 165 giornate di lavoro sono considerate pari ad un anno intero.

Importo dell’Ape
L’Ape sociale consiste nell’erogazione di una somma pagata direttamente dall’Inps per 12 mesi all’anno il cui valore è pari all’importo della rata mensile della pensione fino ad un limite massimo mensile di 1.500 euro lordi. Non si rivaluta annualmente è erogato fino al compimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia.
Come abbiamo visto il richiedente dell’ape non deve svolgere alcuna attività lavorativa, ma può comunque cumulare con lavori residuali nei limiti di 8.000 euro annui (4.800 euro nel caso di lavoro autonomo).
Se un beneficiario dell’Ape Sociale ottiene un altro trattamento pensionistico come la pensione anticipata o quota 100 decade dal diritto. Per i dipendenti pubblici, inoltre, i termini di pagamento delle indennità di fine servizio inizieranno a decorrere dal raggiungimento della pensione di vecchiaia e non da quella dell’accesso all’Ape agevolata. Ma possono chiedere un’anticipo del Tfr/Tfs maturato.
Quello di sostituire quota 100 con un’ape rafforzata è un’ipotesi molto equilibrata e razionale anche perché quota 100 non ha come ratio la tutela di particolari situazioni lavorative, ma consente un pensionamento anticipato indiscriminato a tutti quelli che lo desiderano, anche se poi a conti fatti, coloro che hanno chiesto questa misura sono stati molto inferiori a quelli preventivati, perché come si diceva prima si agevolano fattispecie specifiche perché i lavori non sono tutti uguali.

Per questa nuova versione dell’Ape è stata istituita un’apposita Commissione tecnica incaricata di studiare la gravosità delle occupazioni, anche in relazione all’età anagrafica e alle condizioni soggettive dei lavoratori e delle lavoratrici, anche derivanti dall’esposizione ambientale o diretta ad agenti patogeni.
Questa commissione, presieduta dall’ex ministro Cesare Damiano, ha approvato un documento che ampia l’elenco dei lavori gravosi che ora il ministero del Lavoro trasmetterà al governo e alle Camere, probabilmente la prossima settimana.
La nuova lista dei lavori gravosi è stata stilata in base ai criteri Inail che applicano ai mestieri del mansionario Istat tre indici: frequenza degli infortuni rispetto alla media, numero di giornate medie di assenza per infortunio, numero di giornate medie di assenza per malattia. La platea si allarga così a circa mezzo milione di lavoratori.
Nelle mansioni gravose sono stati inseriti i bidelli,  saldatori,  tassisti,  falegnami, conduttori di autobus e tranvieri, i benzinai,  macellai,  panettieri,  insegnanti di scuole elementari,  commessi e  cassieri, gli operatori sanitari qualificati,  magazzinieri,  portantini, forestali,  verniciatori industriali.
E’ facile prevedere che ora partiranno molte pressioni da parte di categorie escluse che si ritengono meritevoli della particolare tutela, e come è prevedibile, dure reazioni da parte delle nuove categorie inserite dalla Commissione come proposta e che dovessero essere escluse in sede di approvazione finale.