Il 15 giugno 2022 a Roma, la Commissione Parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale ha esaminato una relazione per una riforma dei Patronati.

L’attività degli Istituti di patronato e di assistenza sociale – enti di diritto privato gestiti da confederazioni e associazioni nazionali di lavoratori o datori di lavoro, s’inquadra nella tradizionale funzione di assistenza degli stessi.
La Legge 30 marzo 2001, n. 152, recante una nuova disciplina dei patronati, ha aggiornato i servizi e modalità di espletamento sulla base dei cambiamenti intervenuti nel tessuto socio-economico del Paese.
I patronati esercitano attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, in favore dei lavoratori dipendenti e autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri e apolidi presenti nel territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento in Italia e all’estero delle prestazioni (di qualsiasi genere in materia di sicurezza sociale, immigrazione e emigrazione) erogate da amministrazioni e enti pubblici, da enti gestori di forme di previdenza complementare o da Stati esteri nei confronti di cittadini italiani.
Inoltre, possono svolgere, senza scopo di lucro, attività di sostegno, di informazione, di servizio e di assistenza tecnica.

Nei venti anni di vita della legge, il Paese è cambiato e conseguentemente sono cambiate le esigenze e le istanze che i cittadini avanzano – in materia previdenziale, assistenziale e non solo – e a cui i patronati hanno sempre dato risposta, muovendosi all’interno di una legislazione sempre meno attuale.
Durante la pandemia i patronati non hanno lasciato da sole le persone. In mezzo all’emergenza da Covid-19, anche a fronte dei troppi buchi e della frammentazione del nostro stato sociale, il legislatore ha messo in campo molte misure emergenziali (dai bonus categoriali al reddito di emergenza, dai congedi straordinari al reddito di ultima istanza). L’imponente produzione di atti normativi, nel bel mezzo di una pandemia e in aggiunta a una legislazione ordinaria già particolarmente farraginosa e sotto pressione per i bisogni creati dalla crisi, ha creato sfide inedite sia per i patronati sia per le amministrazioni pubbliche. Di fronte a tali sfide, i patronati si sono organizzati per non abdicare alla loro funzione di prossimità, fornendo consulenza normativa e gestendo tutte le pratiche. E rimanendo sempre aperti, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, anche quando gli sportelli degli enti pubblici sono stati chiusi.
La Commissione ha evidenziato diverse problematicità fra cui:

Ritardi nell’erogazione dei finanziamenti, fermi al 2014;

Controlli effettuati esclusivamente in modalità cartacea e manuale da parte degli ispettori;

Mancanza di fondi adeguati a fronte di un’enorme aumento attività di informazione, assistenza e tutela, specie negli anni 2020 e 2021.
La Commissione ritiene opportuna, a venti anni dall’approvazione della Legge 152 del 2001, una revisione legislativa della disciplina sugli Istituti di patronato: una revisione “di sistema” che preveda una riforma del processo dei rimborsi e dei controlli deve basarsi sui dati informatizzati di Inps, Inail e Ministero dell’Interno (che già presentano numero di pratica, codice del patronato e sede), una valorizzazione di tutto il lavoro svolto, anche quello che non si traduce in un punteggio nonché, per
quanto attiene al rapporto tra i patronati e gli enti di previdenza e assistenza, il pieno accesso a banche dati inter-operabili, e la co-progettazione dei software applicativi.