Nel decreto legge “Giustizia per la Crescita” era contenuta la proroga sino al 31 dicembre 2016 del trattenimento in servizio fino a 75 anni mentre tutti gli altri dipendenti pubblici dal 2014 compiuti l’età ordinamentale se ne son dovuti andare a casa. La motivazione è che non si potevano lasciare sguarniti gli uffici giudiziari in un momento così delicato. Così i magistrati sono rimasti al loro posto mentre fior di primari ospedalieri hanno dovuto lasciare il servizio. Ora però il 2017 è alle porte e già si sta studiando un nuovo decreto legge per prorogare nuovamente il pensionamento dei magistrati che compiono 70 anni. Il testo potrebbe essere portato al prossimo Consiglio dei ministri. Non tutti sono  d’accordo. Non solo nel mondo della magistratura,  ma anche a livello politico e di governo.  C’è chi teme che senza un prolungamento delle misure che di fatto consentono di posticipare l’età pensionabile, si creerebbero dall’oggi al domani molti “buchi” negli uffici giudiziari, nell’ordine di 250-300 posti, e tra queste ci sono anche posizioni di peso, in testa quelle del Procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo, e del primo presidente della Suprema Corte, Giovanni Canzio. Quest’ultimo, tra l’altro ha assunto l’incarico a dicembre 2015 e si troverebbe quindi ad averlo ricoperto per un solo anno, lasciando, peraltro, vacante la guida della Suprema Corte proprio contestualmente al pensionamento di un alto numero di magistrati della Cassazione.
Per questo, fra le ipotesi prese in considerazione per aggirare l’ostacolo, ci sarebbe anche quella di un provvedimento ad hoc proprio per queste due posizioni, che consenta a Canzio e Ciccolo di proseguire. Una strada di questo tipo, però, per molti è esposta a rischio di incostituzionalità e potrebbe provocare un’ondata di ricorsi. Anche per questo l’ipotesi sembrerebbe essere stata accantonata. Senza un provvedimento di proroga, inoltre, andrà in pensione nel corso del prossimo anno, insieme ad un buon numero di capi di uffici giudiziari, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti (che compirà 70 anni a novembre), il cui ufficio, oltre a seguire delicate indagini contro la criminalità organizzata, ha avviato solo da pochi mesi, in base a nuovi poteri ricevuti, il coordinamento delle azioni di contrasto al terrorismo internazionale. Pensionamento tra sei mesi, a febbraio 2017, anche per il procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Colangelo, capo della più grande procura italiana per numero di sostituti e da alcuni mesi sotto altissima protezione dopo la scoperta di un progetto di attentato contro di lui da parte dei Casalesi. Ma il tempo per avviare gli avvicendamenti c’è. I magistrati per primi devono sapere che la legge è uguale per tutti: dura lex, sed lex.