E’ terminato da qualche ora l’incontro tecnico governo sindacati sulla riforma delle pensioni. Hanno preso parte i segretari confederali Vera Lamonica per la Cgil, Maurizio Petriccioli, Cisl e Domenico Proietti, Uil. Per il governo c’era il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini. Il punto fermo che è stato stabilito oggi è che dal prossimo anno si potrà andare in pensione già a 63 anni, cioè 3 anni e 7 mesi prima utilizzando il cosiddetto Ape, l’anticipo pensionistico. Potranno  uscire dal lavoro i nati fino al 1954, una volta compiuti 63 anni. Ci sarà un periodo di sperimentazione del sistema che dovrebbe essere di 2 anni. Per le categorie disagiate, per le quali l’anticipo dovrebbe essere sostanzialmente gratuito, dovrebbe essere fissato un limite dell’importo della pensione a 1.200 euro netti. Se invece la pensione è maggiore di 1200 euro, l’anticipo non sarà gratuito.
 Durante l’incontro  si è parlato anche  di ricongiunzioni tra i periodi assicurativi in diverse gestioni che dall’anno prossimo dovrebbero essere gratuite, tranne per quelli iscritti alle casse dei professionisti. In merito alle attività usuranti dovrebbero rientrare anche i lavoratori dell’edilizia, maestre d’asilo e degli infermieri. Si è parlato poi dei lavoratori precoci e dell’aumento delle pensioni più basse confermando l’intenzione di intervenire con la somma aggiuntiva, la cosiddetta quattordicesima per coloro che hanno redditi personali complessivi fino a mille euro al mese. Il punto definitivo sarà fatto il 21 settembre prossimo.