Per l’Ape ordinaria e per l’Ape relativa ai processi di ristrutturazione aziendale resta tutto invariato. Nel caso di uscita volontaria il costo dell’Ape, sotto forma di rate del prestito bancario da restituire mensilmente per 20 anni, sarà del 4,6-4,7%. Per le ristrutturazione aziendali il datore di lavoro potrà contribuire in toto o in parte a coprire il costo dell’uscita anticipata sulla base di accordi con i sindacati.La scelta adottata dal governo punta anche a disinnescare la critiche mosse dai sindacati, in primis dalla Cgil, di fronte alla prospettiva di una platea ristretta per l’Ape social, per effetto dei paletti posti dalla Ragioneria generale dello Stato, considerata non in linea con il verbale d’intesa sul pacchetto previdenza siglato con il l’esecutivo il 28 settembre. Soprattutto Susanna Camusso aveva accusato il Governo di cambiare le carte all’ultimo momento perchè alza il requisito contributivo dei 20 anni richiesti per la pensione di vecchiaia a 30 o addirittura a 36 anni. Dettagli non da poco. La stessa platea  potrà beneficiare delle misure per l’accesso agevolato alla pensione nel caso rientri nella categoria dei “precoci”, ovvero di chi ha maturato almeno 12 mesi di contribuzione fino al diciannovesimo anno di età. Questi lavoratori potranno uscire con 41 anni di contributi. Tornando all’Ape social rimane la possibilità di anticipare l’uscita fino a 3 anni e 7 mesi avendo maturato 30 anni di contributi per i disoccupati senza ammortizzatori, i disabili e i famigliari di disabili.Le misure per i “precoci” Questa decisione produce un allargamento del bacino dei lavori cosiddetti gravosi o faticosi ai quali garantire l’anticipo a costo zero purchè in possesso di 36 anni di contribuzione. In particolare, sale il numero di operai del settore dell’edilizia, dei marittimi e degli infermieri (non solo quelli di sala operatoria), che potranno usufruire dell’Ape social grazie al meccanismo dei bonus fiscali. A questi si aggiungono gli scavatori, i facchini, i macchinisti, gli autisti di mezzi pesanti, le maestre e i maestri delle scuole dell’infanzia.la legge di bilancio uscita, insieme a un decreto legge fiscale, dal Consiglio dei ministri di sabato scorso alza da 1.350 euro lordi mensili a 1.500 euro sempre lordi (circa 1.200 euro netti) il reddito pensionistico per usufruire dell’Ape social grazie ad appositi bonus fiscali. Non solo: è stata anche rafforzata di 1 miliardo nel prossimo triennio (da 6 miliardi a 7 miliardi) la dote per l’intero pacchetto previdenza, che comprende il bonus quattordicesime, il rafforzamento della “no tax area”, le ricongiunzioni gratuite e l’accesso agevolato alla pensione per i lavoratori “precoci” e per quelli coinvolti in attività usuranti. Con una ricaduta immediata sul primo anno di attuazione del nuovo meccanismo per l’uscita anticipata con il prestito: Cambiano i criteri per l’anticipo pensionistico a costo zero. Con l’obiettivo di far salire a non meno di 35mila “over 63” il flusso annuale di lavoratori che utilizzeranno il cosiddetto “Ape social” nel primo biennio di sperimentazione (2017-2018 partendo dal prossimo 1° maggio). E di allargare le maglie dell’accesso agevolato alla pensione (con 41 anni di contributi) dei lavoratori “precoci”. In extremis il Governo ha deciso di ritoccare nuovamente il perimetro dell’anticipo gratuito con il prestito bancario assicurato per i soggetti in situazione di maggiore difficoltà e per quelli impegnati in attività gravose o particolarmente faticose.