Roma, 23 gennaio 2017 – Nell’ambito delle sue iniziative per demonizzare il sistema previdenziale italiano il presidente dell’Inps ha organizzato lo scorso 16 gennaio 2017 nel palazzo Wedekind, ex sede di un giornale della destra romana di Renato Angiolillo, suo mitico direttore, un convegno dal titolo “Esplicitare il debito implicito”. Il palazzo Wedekind è l’ attuale ufficio di rappresentanza di Boeri che si affaccia direttamente su Palazzo Chigi e a pochi passi dal Parlamento. Il convegno forse aveva l’obiettivo di esplicitare la reale consistenza della spesa pensionistica che parrebbe di capire  sarebbe sottorappresentata nella sua portata effettiva.
Secondo Boeri non tutta la spesa pensionistica è bellamente indicata nel bilancio statale, ma è come se fosse occultata perché  la valutazione delle riforme pensionistiche richiede attenzione al vincolo di bilancio intertemporale, le regole fiscali europee sono  troppo miopi nel valutare l’impatto delle  riforme volte a introdurre flessibilità sostenibile in uscita in Italia.
Oggi  intervenendo a Milano al Convegno Tuttopensioni organizzato dal Sole 24 Ore ha rincarato la dose.
Per Boeri la manovra «aumenta la spesa pensionistica aumentando la generosità di trattamenti su categorie che hanno già fruito di trattamenti più vantaggiosi di chi ne fruirà in futuro». Il presidente dell’Inps ha puntato l’indice sull’estensione della quattordicesima.«Nell’ambito del sistema pensionistico permangono forti iniquità, differenze di trattamento macroscopiche anche alla stessa generazione, e su questo fin qui non si è intervenuti» ha aggiunto. Per questo per Boeri bisogna sempre guardare al debito implicito, su cui ha spiegato, «ho visto tanto scetticismo». Il debito implicito, ha invece concluso, «è l’insieme delle impegni presi dallo Stato nei confronti degli attuali contribuenti, pensionati e contribuenti futuri. E se si dice che il debito implicito è qualcosa che non ha valore si sta implicitamente dicendo che in futuro si taglieranno le pensioni».

Fortunatamente il Ragioniere Generale dello Stato anche se in inglese ha fatto presente che nel bilancio e nelle previsioni della spesa italiana non c’è niente di implicito, ma è tutto esplicito.

Un professore universitario di Boston Laurence Kotlikoff, già facente parte del Consiglio dei consulenti economici del presidente Ronald Reagan, nonché candidato indipendente alle ultime elezioni presidenziali degli USA,  si è poi preso la briga di chiarire meglio il concetto.
Secondo Kotlicoff la teoria economica non fa alcuna distinzione tra il debito esplicito e quello implicito di uno Stato. La ragione per cui parte del debito è esplicito (iscritto in Bilancio) e parte implicito (fuori Bilancio) è semplicemente dovuta ad una scelta lessicale(?). Ed ha fatto degli esempi.
il Governo quest’anno prende €1.000 da un lavoratore e si obbliga a ripagarlo con €5.000 fra 30 anni. In questo stesso anno spende anche €1.000. Ipotizziamo un tasso di interesse annuo del 5% per 30 anni. Il Governo può dire di aver preso in prestito €1.000 dal lavoratore con l’impegno di versargli, fra 30 anni, un capitale di €4.300 comprensivo di interessi più un trasferimento di €700?
In questo caso il deficit annuale ammonta a €1.000. Oppure il Governo può dire di aver tassato il lavoratore per un importo di €1.000 con l’impegno di pagarlo fra 30 anni con un trasferimento di €4.300?
In questo caso il deficit annuale è pari a € 0. O ancora, il Governo può dire di aver tassato il lavoratore  per un importo di €10.000, di avergli prestato quest’anno €9.000 che dovrà restituire in 30 anni. Riceverà, quindi, dal lavoratore  un capitale di €38.700 più interessi in 30 anni, ma fra 30 anni gli farà un trasferimento di €43.700.
In questo caso il surplus annuale è di €9.000. O ancora il Governo può dire di aver preso in prestito €100.000, di aver trasferito al lavoratore  €99.000. Gli restituirà un capitale di €430.000 più interessi fra 30 anni e tasserà Tito di un importo di €435.000 in 30 anni.
In questo caso il deficit annuale è di €100.000. In ciascun caso, Il lavoratore versa €1.000 netti quest’anno e riceve €5.000 netti fra 30 anni. Allora, il deficit di quest’anno è di 1.000, 0, -9.000 o 100.000 euro? La dottrina economica non può dirlo e  non si tratta di un problema linguistico.
Si tratta dei principi fondamentali e il debito esplicito non è un principio fondante in economia. Il debito esplicito non è ben definito!
•E’ lo stesso concetto della relatività in fisica
•Distanza e tempo non sono concetti univocamente definiti.
•La loro misurazione è mera funzione di come vengono espressi in maniera soggettiva, nel caso di specie, il quadro di riferimento di colui che li misura (velocità e direzione nello spazio). Il fiscal gap ( = valore attuale della spesa – valore attuale delle tasse + debito netto esplicito) è  sempre ben definito. Tutte le sue voci sono riportate in bilancio
•Nell’ esempio, il fiscal gap è sempre di €1.000.
Per tornare in campo pensionistico, le riforme che introducono flessibilità sostenibile in uscita, quindi economicamente non gravose, se no non sarebbero sostenibili, generano costi immediati (più pensioni oggi) e risparmi futuri (pensioni più basse domani).
Il Ragioniere Generale dello Stato  Franco di nome e di fatto, con parole diplomatiche ha fatto presente che la redazione del bilancio non è assimilabile al gioco delle tre carte, perché in questo caso non si avrebbe nessuna difficoltà a scriverlo come vuole la Comunità Europea e poi tenere una cantabilità reale in nero. Parlando della proiezione nel lungo periodo del debito pensionistico, ha ricordato che il gap fiscale è uno strumento potente, ma il suo uso non è privo di problemi in un contesto multi-Stati come l’UE.
Nella UE già si calcola il debito implicito tramite proiezioni a lungo termine . L’analisi della sostenibilità è di natura previsionale.
La  soluzione  migliore, il Fiscal Gap, non è facilmente praticabile per 27 paesi  perché  la valutazione di alcune attività è difficile (la liquidità per esempio).
– I dati sulla passività finanziarie non maturate e non sempre disponibili
Le tendenze future nel campo della salute e LTC dipende da molti fattori, tuttavia, si può integrare il deficit delle partite correnti e gli indicatori del debito lordo con informazioni sulla maggior parte delle attività liquide (ad esempio depositi, crediti – le principali attività  non finanziarie (ad esempio crediti d’imposta) , previsioni di lungo periodo degli sviluppi di bilancio.
indicatori di sostenibilità a medio e lungo termine dell’UE
Sulla base delle proiezioni AWG, la CE calcola tre indicatori per valutare la sostenibilità delle finanze pubbliche di ogni paese dell’UE: sostenibilità a breve termine, la sostenibilità a medio termine, e la sostenibilità a lungo termine. Gli indicatori a medio e lungo termine rappresentano l’aggiustamento di bilancio permanente (in termini di costante riduzione delle spese non legate all’età  o costante incremento dei ricavi) necessario per raggiungere gli obiettivi di medio e lungo termine.
Per raggiungere un obiettivo di debito pari al 60% del PIL nel 2030  occorre tener presenti 3 componenti: gap di debito stabilizzazione e  saldo primario.Le proiezioni a lungo termine per la salute, LTC, l’educazione non può cogliere la complessità dei fattori che influenzano le dinamiche di spesa.
 Gli Indicatori combinano analisi delle tendenze demografiche, la produttività, l’evoluzione del mercato del lavoro e la politica fiscale. Ma le interazioni tra questi fattori sono a volte solo meccaniche.
Inoltre gli Indicatori di sostenibilità si basano su proiezioni di spesa e le ipotesi riguardanti i ricavi che siano coerenti con la legislazione vigente ma  non  dicono molto circa la distribuzione della spesa e delle entrate attraverso le generazioni e all’interno di generazioni.