La Covip, l’autorità di vigilanza sulle forme di previdenza complementare, ha reso noto i principali dati statistici aggiornati a settembre 2020.
Gli iscritti
Alla fine di settembre 2020 le forme pensionistiche complementari hanno 9,289 milioni di posizioni in essere; la crescita rispetto alla fine del 2019, pari a 172.000. Tale crescita è inferiore rispetto ai periodi precedenti all’emergere dalla crisi epidemiologica.
Rispetto alla fine del 2019, nei fondi negoziali si registrano circa 90.000 posizioni in più (2,8 per cento), portandone il totale a 3,250 milioni. I maggiori incrementi si riscontrano nel fondo destinato ai lavoratori del settore edile, (47.800 unità in più) e nel fondo rivolto ai dipendenti pubblici (12.100 unità in più).
Nelle forme pensionistiche di mercato, i fondi aperti contano 1,593 milioni di posizioni, 42.000 unità in più (2,7 per cento).
Pei i PIP “nuovi” il totale delle posizioni, 3,460 milioni, è in aumento di 41.000 unità (1,2 per cento), sempre rispetto alla fine del 2019.
Le risorse in gestione e i contributi
A settembre del 2020, le risorse destinate alle prestazioni sono pari a circa 190 miliardi di euro, 5 miliardi in più rispetto alla fine del 2019. Il patrimonio dei fondi negoziali risulta pari a 58,1 miliardi di euro, il 3,6 per cento in più.
I rendimenti
I mercati finanziari hanno mantenuto un andamento positivo nel terzo trimestre del 2020. I rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono rimasti stabili nelle principali economie; i differenziali di rendimento dei titoli governativi italiani rispetto ai titoli tedeschi sono ulteriormente diminuiti portandosi al di sotto dei livelli di fine 2019. Rispetto a giugno, i listini azionari sono ancora saliti negli Stati Uniti e in Giappone, anche superando i valori di fine 2019, e sono invece rimasti intorno ai valori raggiunti all’inizio dell’estate nell’Area dell’euro; la volatilità è rimasta intorno ai valori di giugno, dopo essersi ridotta in modo consistente rispetto a marzo. I risultati delle forme complementari hanno proseguito nel recupero iniziato nel secondo trimestre. I rendimenti dei fondi negoziali rispetto all’inizio del 2020 sono ritornati positivi, risultando pari in media allo 0,2 per cento; i rendimenti sono invece rimasti negativi per i fondi aperti, -0,9 per cento, e per i PIP di ramo III, -4,7 per cento. Per le gestioni separate di ramo I il risultato è stato pari all’1 per cento. Valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, essi restano nel complesso soddisfacenti nonostante la recente crisi. Nei dieci anni da inizio 2010 a fine 2019, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 3,6 per cento per i fondi negoziali, al 3,8 per i fondi aperti e per i PIP di ramo III, e al 2,6 per cento per le gestioni di ramo I; la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2 per cento annuo. Aggiungendo ai dieci anni gli ultimi nove mesi, i rendimenti medi annui composti scendono al 3,4 per cento per i fondi negoziali, al 3,5 per i fondi aperti, al 3,1 per i PIP di ramo III e al 2,5 per cento per i prodotti di ramo I. La rivalutazione del TFR scende all’1,9 per cento annuo.
Dati statistici sett 2020