La Covip, l’autorità di vigilanza sulla previdenza complementare ha pubblicato i principali dati statistici dei fondi pensione aggiornati al 30 giugno 2021.
Alla fine del primo semestre del 2021, le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari sono 9,480 milioni; la crescita rispetto alla fine del 2020 è pari a 138.000 unità (1,5 per cento).D’altra parte con la pandemia ancora in azione non ci si poteva aspettare di più, anzi.
Nelle singole tipologie di forma pensionistica, i fondi negoziali crescono di 49.000 posizioni (1,5 per cento), per un totale a fine giugno di 3,310 milioni. Nelle forme pensionistiche di mercato, si registrano 50.000 posizioni in più nei fondi aperti (+3,1 per cento) e 41.000 posizioni in più nei PIP nuovi (+1,2 per cento); alla fine di giugno del 2021, il totale delle posizioni in essere in tali forme è pari, rispettivamente, a 1,678 milioni e 3,551 milioni di unità.
Le risorse in gestione
A giugno 2021, le risorse destinate alle prestazioni sono 205,5 miliardi di euro, circa 7,6 miliardi in più rispetto alla fine del 2020. Nei fondi negoziali l’attivo netto risulta pari a 63 miliardi di euro, il 4,4 per cento in più. Per i fondi aperti esso si attesta a 27,2 miliardi e a 41,4 miliardi per i PIP “nuovi” aumentando, rispettivamente, del 7,3 e del 6 %.
I rendimenti
Dopo i rialzi della prima parte dell’anno, nel secondo trimestre i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono lievemente diminuiti negli Stati Uniti e rimasti stabili nell’Area dell’euro. I corsi azionari hanno continuato a salire in tutte le principali economie avanzate con l’eccezione del Giappone; la volatilità rimane contenuta. I risultati delle forme complementari sono stati in media positivi, soprattutto per le linee di investimento caratterizzate da una maggiore esposizione azionaria.
Nel periodo da inizio 2011 a fine giugno 2021, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 3,7 per cento per i fondi negoziali, al 3,9 per i fondi aperti, al 3,8 per i PIP di ramo III e al 2,3 per cento per le gestioni di ramo I; nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari all’1,9 per cento annuo.