Chi è entrato da poco nel mondo del lavoro ha l’urgenza del presente e non pensa alla pensione. Ma va guidato verso la previdenza complementare. Ecco come secondo un panel di esperti al Salone del Risparmio
“I giovani devono comprendere che prima si entra in un fondo pensione meglio è, e vanno indirizzato verso asset rischiosi, Va fatto un passaggio culturale nella rappresentazione del rischio”, secondo Lucia Anselmi, direttore generale di Covip
“La previdenza integrativa va rilanciata per avvicinare ad essa le fasce più deboli della popolazione, come giovani donne. Ma servono norme stabili e certe, anche sul fronte fiscale allo stesso modo è necessario avere certezze”, dice Bruno Tabacci, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
La previdenza integrativa ha retto all’onda d’urto della pandemia. Lo dimostrano i dati presentati nel corso della conferenza “Il bilancio del sistema previdenziale italiano: la previdenza complementare e i giovani”, al Salone del Risparmio di Milano.
E che il sistema abbia retto lo dimostrano i numeri, presentati da Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, numeri che mostrano come le masse in gestione siano cresciute, insieme alle adesioni e ai rendimenti. Ma ancora non basta: ai fondi oggi sono iscritti 8,5 milioni di lavoratori, un terzo del totale. Restano fuori i giovani, in particolare, che vanno indirizzati verso il secondo pilastro su cui si fonderà la parte principale del loro reddito da pensione.
Come farlo? Allungando il periodo di silenzio-assenso, con nuovi incentivi per gli investimenti green e in economia reale domestica (parte importante dei portafoglio dei fondi pensione), con una riforma fiscale che elimini la tassazione annuale e riporti all’11% (o anche meno) la fiscalità sui rendimenti e, soprattutto, più cultura previdenziale e comunicazione sociale. Sono queste le proposte arrivata dalla tavola rotonda a cui hanno partecipato Lucia Anselmi, direttore generale Covip, Ugo Loeser, amministratore delegato Arca Fondi Sgr (che ha un forte focus sulla gestione di fondi pensione aperti) e Vincenzo Saporito | Responsabile Dipartimento Nazionale Welfare di Fabi, l’associazione di categoria delle banche italiane.
fonte: We Wealth