Il 9 settembre 2021 la UE ha pubblicato un rapporto di sintesi di un piano d’azione dei diritti sociali (European Pillar of Social Rights – EPSR), sull’impatto del Covid-19 sui posti di lavoro e sui sistemi di welfare in tutta Europa e come farvi fronte ( Portogallo).
Nella sua dichiarazione di Porto dell’8 maggio 2021, il Consiglio europeo ha riconosciuto tali sfide e sottolinea l’impegno dell’UE a continuare ad approfondire l’attuazione dell’EPSR a livello dell’UE e nazionale, stabilendo tra le sue priorità fondamentali:
• la necessità di ridurre le disuguaglianze
• difendere salari equi
• combattere l’esclusione sociale e combattere la povertà
• promuovere l’uguaglianza e l’equità
• sostenere i giovani e affrontare i rischi di esclusione per i gruppi sociali particolarmente vulnerabili
Questo Rapporto esamina le misure politiche (sub)nazionali di protezione sociale e inclusione che i paesi europei hanno messo in atto per aiutare ad affrontare il disagio sociale e finanziario creato dalla pandemia e dalle politiche di lockdown. Riguarda i 27 Stati membri dell’UE, i 7 paesi candidati e potenziali candidati e il Regno Unito.
Il rapporto fornisce una descrizione e una valutazione delle principali misure attuate, una stima iniziale della spesa complessiva per le misure di crisi nonché un’analisi dell’impatto demografico, economico e sociale della pandemia nei 35 paesi interessati.
Rivela una reazione complessivamente rapida attraverso l’introduzione di misure (principalmente) temporanee, l’allentamento delle condizioni di ammissibilità, l’aumento dei livelli dei benefici e la creazione di nuovi misure ad hoc di protezione sociale e del lavoro.
Queste misure di emergenza hanno contribuito a scongiurare una massiccia crisi sociale e alcune sarebbero sembrate impossibili solo un anno prima. Tuttavia, hanno anche evidenziato debolezze e lacune nelle politiche esistenti di protezione sociale e inclusione e la pressante necessità di affrontarle.
Sebbene queste misure siano state i principali strumenti utilizzati per affrontare l’impatto socioeconomico della pandemia, il rapporto sottolinea il loro limitato potenziale di trasformazione per i sistemi di protezione sociale di tutti i paesi sottoposti ad analisi. Il rapporto propone una serie di azioni specifiche che potrebbero essere utilmente prese in considerazione a livello nazionale e/o comunitario.
RACCOMANDAZIONI
La pandemia di COVID-19 si è diffusa in tutta Europa, provocando un’interruzione senza precedenti delle attività sociali, condizioni economiche e lavorative. Sebbene vi siano prove che i paesi oggetto di questo studio hanno intrapreso un’azione decisiva per mitigare l’impatto socio-economico impatto della crisi, la maggior parte delle misure di sostegno adottate sono di natura temporanea; una importante questione da affrontare è che i paesi dovrebbero prendere in considerazione di trasformare alcune di queste misure da provvisorie in permanenti (e, in caso negativo, quale sarebbe la velocità appropriata della loro eliminazione graduale).
Inoltre, la crisi ha messo in luce questioni più ampie e ha rivelato lacune e disuguaglianze preesistenti
attraverso e all’interno dei paesi; questi richiedono sforzi sostenuti e continui per perseguire programmi di riforma,rafforzare i sistemi di protezione sociale e le politiche di inclusione sociale a lungo termine.
Occorrerebbe realizzare una serie di azioni specifiche che dovrebbero basarsi sull’esame e sulle principali conclusioni dell’analisi comparativa delle relazioni nazionali raggruppate in una serie di Raccomandazioni:
• Raccomandazioni sui regimi di indennità di disoccupazione
• Raccomandazioni sui programmi di mantenimento del posto di lavoro
• Raccomandazioni su indennità di malattia e regimi di indennità di malattia
• Raccomandazioni sui regimi di reddito minimo e altri supporti di assistenza sociale
• Raccomandazioni sul sostegno abitativo
• Raccomandazioni sull’accesso ai servizi essenziali
• Raccomandazioni sui congedi speciali.
È importante che i paesi colgano l’opportunità creata dall’adozione di misure temporanee
per aumentare la capacità dei sistemi di protezione sociale e delle politiche di inclusione sociale, accelerare e/o approfondire le riforme strutturali necessarie da tempo, sulla base di prove solide e valutazioni di impatto approfondite. In particolare, laddove l’estensione temporanea della protezione sociale a categorie di lavoratori precedentemente non coperti si è dimostrato efficace, i paesi dovrebbero considerare di seguire di includere strutturalmente queste categorie, in particolare alcuni gruppi di non-standard lavoratori, nel loro sistema di welfare, per garantire che tutti i lavoratori abbiano accesso ai servizi protezione sociale di base come minimo.
I)n Italia per esempio come misura temporanea efficace è stata introdotta il Reddito di Emergenza. Ora mentre si discute su come modificare il Reddito di cittadinanza occorrerebbe poter varare delle misure che consentano ai percettori del Reddito di Emergenza di essere destinatari delle nuove èpolitiche di accesso al lavoro in analogia con quanto si dice di voler fare con le modifiche al Reddito di Cittadinanza, che nell’attuale fase congiunturale sarebbe pura follia abolire sic et simpliciter come predicano a vanvera alcuni soggetti.