La proposta dei “collaboratori civici”: i Silver al servizio delle comunità

Gli anziani più o meno giovani possono produrre utilità sociale, trasformandosi in “collaboratori civici”: in che modo i Silver possono mettersi al servizio della comunità? Il progetto delle case di quartiere e il ruolo delle amministrazioni locali.

Prossimamente gli “anziani”, saranno un poco meno anziani grazie alla medicina e alla scienza e diventeranno più numerosi rispetto al resto della popolazione. La società invecchierà.
I “giovani anziani” attivi possono essere una risorsa da usare, gratuitamente, nella realizzazione di servizi utili alla comunità, basta coinvolgerli con progetti utili e intelligenti.

Chi sono i collaboratori civici
Anzitutto è bene specificare che i collaboratori civici non vanno confusi (tantomeno sovrapposti) ai volontari tradizionali, i quali orientano le proprie attenzioni quasi esclusivamente alle persone, singole o raggruppate, con iniziative e aiuti che tutti conosciamo, come, per esempio, volontari della croce rossa o di pronto soccorso, assistenza ai disabili, ai senzatetto, assistenza domiciliare, distribuzione di cibo e medicine e così via.
I collaboratori civici sono invece interessati a dare una mano alla comunità di cui fanno e si sentono parte, sia che si tratti di un Paese, un comune piccolo o medio, o città più grandi come Milano nelle sue molte municipalità, con l’obiettivo di migliorarne le condizioni di vita, di rendere i quartieri e le città più vivibili e più piacevoli, più sicure, più smart, per usare una parola di moda, e le relazioni umane più amichevoli e produttive. Sono interessati a essere coinvolti in progetti che vanno in questa direzione e disponibili a essere impegnati in attività non remunerative: sono produttori di utilità a favore della comunità che spesso si traducono anche in vantaggi economici per tutti, ma anche un generatore di partecipazione sociale alla gestione della “cosa pubblica.
L’utilizzo di questo capitale umano rappresenterebbe una “rivoluzione” che potrebbe avere significative conseguenze positive dal punto di vista sociale, culturale ed economico. Comunità e partecipazione: concetti essenziali per costruire il futuro che ci aspetta.

Quali progetti possono coinvolgere i collaboratori civici? Le case di quartiere
Concetti fondamentali che vanno fatti propri e implementati soprattutto dagli enti locali, in primis, i Comuni. Ma in concreto, per fare che cosa? Molto dipenderà da come le istituzioni si attrezzeranno per sostenere e indirizzare le comunità ad affrontare l’evoluzione economico-sociale; ad affrontare una delle esigenze più importanti che riguarda il rilancio delle zone periferiche o centrali delle grandi città o dei piccoli e medi comuni, per i quali non basta, più verde e più pulizia ma serve maggiore “integrazione sociale”, l’opposto della “ghettizzazione” e della troppa solitudine.
L’idea della “casa di quartiere” che qui suggeriamo, punta quindi alla realizzazione, in ogni municipalità o Comune, di un polo sociale, un edificio o più edifici con spazi all’aperto di proprietà pubblica, magari dismessi da tempo e quindi pericolosi ricettacoli di marginalità diffuse, in cui possono trovare spazio oltre ad alcuni servizi decentrati dei comuni (assistente sociale, anagrafe, ecc.) anche i locali di “collaborazione civica” in cui i Silver, per la maggior parte pensionati, possono offrire alla comunità una serie di servizi gratuiti. Ma anche artigiani, giardinieri, edili che possono dare piccoli aiuti a famiglie di giovani e a anziani soli e fare manutenzione di quartiere del verde e degli spazi pubblici, curare parchi, gestire orti sociali, segnalando alle autorità comunali particolari problemi di traffico e sicurezza.
La “casa di quartiere” così come l’abbiamo ipotizzata, realizzata in edifici non utilizzati e/o dismessi, opportunamente ristrutturati, dovrebbe prevedere locali notturni e diurni, camere, uffici, cucine e quanto serve; la ristrutturazione potrebbe essere realizzata dal Comune con il contributo di privati, lasciti, e finanziamenti provenienti dalle fondazioni locali.
Per evitare fraintendimenti è bene precisare che la nostra idea dei “collaboratori civici” e della “casa del quartiere” in cui opereranno, è solo una proposta, un esempio. Ovviamente non è il solo esempio; si possono trovare anche altre soluzioni.

fonte: Itinerariprevidenziali.it