La rete europea per la politica sociale (ESPN) è stata istituita nel luglio 2014 su iniziativa della Commissione europea per fornire informazioni, consulenza, analisi e competenze indipendenti su questioni di politica sociale nell’Unione europea e nei paesi limitrofi. Il 22 dicembre 2022 ha pubblicato un Rapporto sulla Protezione sociale per le persone con disabilità – Un’analisi delle politiche in 35 paesi ( 27 paesi UE più altri 8 paesi limitrofi, dal Regno Unito alla Turchia.
Il rapporto descrive e analizza le condizioni alle quali le persone con disabilità di età pari o superiore a 18 anni hanno accesso effettivo alla protezione sociale. Si concentra sulle specifiche prestazioni anche per alcuni rischi diversi dalla disabilità, nonché servizi di sostegno effettuati ed evidenzia le principali lacune e ostacoli per accedervi. Fornisce inoltre una panoramica delle riforme politiche in corso e che cosa si fa di concreto nei 35 paesi analizzati.
La relazione dimostra che la stragrande maggioranza dei paesi interessati dispone di misure che affrontano, in misura diversa, le esigenze delle persone con disabilità e promuovono in tal modo i diritti sanciti dalla UE e dalla Convenzione delle Nazioni Unite. Infine, il Rapporto formula una serie di raccomandazioni a livello nazionale e/o dell’UE volte ad affrontare le lacune e gli ostacoli da superare.
Contesto politico europeo
Il Terzo Principio del Pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR) afferma il diritto alla protezione sociale per tutti, “indipendentemente da genere, origine razziale o etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale”, mentre il Principio 17 si concentra sull’inclusione delle persone con disabilità, ponendo l’accento sulla protezione sociale e sui servizi sociali quali mezzi per realizzare la partecipazione e l’inclusione, anche nel mondo del lavoro, affermando che “Le persone con disabilità hanno diritto a un sostegno al reddito che garantisca una vita dignitosa, servizi che consentano loro di partecipare mercato del lavoro e nella società e un ambiente di lavoro adeguato alle loro esigenze”.
La situazione relativa alla protezione sociale e ai servizi per le persone con disabilità negli Stati membri dell’UE è eterogenea. La stragrande maggioranza dei paesi dispone di misure che affrontano, almeno in una certa misura, le esigenze dei disabili.
Tuttavia, la povertà tra le persone con disabilità persiste, a causa di una combinazione di risorse insufficienti, contenuto e/o progettazione dei regimi di protezione sociale (comprese le lacune nel sostegno), bassi livelli di prestazioni, basso utilizzo e ostacoli di attuazione. Nel 2019, il 29% della popolazione dell’UE (di età pari o superiore a 16 anni) con alcune o gravi limitazioni di attività era a rischio di povertà e/o esclusione sociale.
Nel complesso, nei 35 paesi ESPN, le condizioni e il diritto alle prestazioni di vecchiaia legali per le persone anziane con disabilità sono generalmente le stesse di quelle che si applicano alle persone anziane senza disabilità. Garantire pari diritti per le persone anziane con disabilità alle prestazioni di protezione sociale per la vecchiaia può rivelarsi problematico, in quanto la progettazione di tali prestazioni può riflettere la mancanza di riconoscimento dei bisogni distintivi delle persone anziane con disabilità e con particolari percorsi di vita.
Panoramica della protezione sociale per le persone anziane con disabilità
Nel complesso, nei 35 paesi ESPN, le condizioni e il diritto alle prestazioni di vecchiaia legali per le persone anziane con disabilità sono generalmente le stesse di quelle che si applicano alle persone anziane senza disabilità. Garantire pari diritti per le persone anziane con disabilità alle prestazioni di protezione sociale per la vecchiaia può rivelarsi problematico, in quanto la progettazione di tali prestazioni può riflettere la mancanza di riconoscimento dei bisogni distintivi delle persone anziane con disabilità e con particolari percorsi di vita.
Ma ci sono eccezioni a questa regola generale. Queste eccezioni riguardano in gran parte condizioni contributive specifiche, disposizioni che facilitano il pensionamento anticipato per le persone con disabilità e la non inclusione delle prestazioni di invalidità per determinare l’accesso alle prestazioni basate sul reddito.
Nel complesso, il problema principale segnalato dagli esperti ESPN è che le condizioni di diritto per l’accesso alle pensioni di vecchiaia tendono a ignorare l’impatto della disabilità sui percorsi lavorativi delle persone e sulla probabilità di (non) soddisfare il minimo assicurativo e contributivo necessario per ottenere una pensione di vecchiaia.
L’esistenza di regimi pensionistici di vecchiaia specifici per disabilità è segnalata solo in otto Stati della UE. Un’analisi comparativa dei regimi in vigore in questi paesi rivela un aspetto comune: l’erogazione di questo tipo di prestazioni in denaro specifiche destinate alle persone anziane con disabilità mira ad affrontare aspetti particolari derivanti dalla loro situazione (ad esempio la necessità di assistenza, la gravità della disabilità, la necessità di coprire i costi aggiuntivi legati alla disabilità, l’agevolazione dell’uscita anticipata dal mercato del lavoro) ecc.
Gli Stati che non fanno parte dell’UE ma che fanno parte dell’Esp, la rete europea per la politica sociale
Infine, la valutazione dei regimi pensionistici di vecchiaia specifici per disabilità rivela una insufficienza all’adeguatezza di tali prestazioni per le persone con disabilità. Questo perché queste prestazioni gravano in genere sulla fiscalità generale ed è sempre più difficile mettere sullo stesso piano adeguatezza delle prestazioni con la sostenibilità economica dei bilanci pubblici.
Ma è indubbio che la tutela delle persone con disabilità sia per quanto attiene l’inserimento nel mercato del lavoro, sia per quanto attiene l’adeguatezza delle misure di protezioni sociali ( si pensi al long term care) non possono che essere una ineludibile priorità per tutta la Comunità Europea.