A seguito dei numerosi atti di diffida che pervengono all’Inps da parte di ex medici condotti ed equiparati, volti a ottenere il ricalcolo del trattamento di fine servizio (TFS), includendo la valutazione di voci retributive ulteriori, l’Istituto con messaggio numero 1271 del 3 aprile 2023 ha fatto il punto sulla situazione escludendo la possibilità di ricalcolo di ulteriori emolumenti.
Infatti la questione è alimentata, in parte, dalla giurisprudenza, la quale riconosce che gli ex medici condotti sono divenuti a tutti gli effetti dipendenti delle Aziende Sanitarie, in possesso di uno status assimilabile a quello di tutti gli altri dipendenti sanitari e in parte, da interventi normativi che dispongono la messa a disposizione di fondi senza meglio disciplinarne la destinazione.
Il Ministero della Salute e le Regioni hanno evidenziato sia l’esistenza di giurisprudenza contraria all’equiparazione degli ex medici condotti ai medici dipendenti delle ASL, sia la presenza di disposizioni della contrattazione collettiva di settore che hanno attribuito alla categoria degli ex medici condotti un trattamento economico onnicomprensivo che non consente ulteriori integrazioni.
Alla luce di quanto sopra, l’INPS, in mancanza di una specifica normativa, in base al recente orientamento della giurisprudenza, continuerà a liquidare il TFS sulla base del trattamento economico onnicomprensivo indicato dai contratti collettivi del comparto Sanità, con esclusione degli ulteriori emolumenti invocati dei medici condotti.
Inoltre, l’Inps non darà corso alla liquidazione del TFS per tale personale sulla base di specifici accordi transattivi, eventualmente stipulati tra le Aziende Sanitarie e gli ex medici condotti, in quanto, tali accordi hanno forza di legge solamente tra le parti che li hanno sottoscritti.