È stato presentato il 13 settembre 2023 alla Camera dei Deputati il XXII Rapporto Annuale INPS.
Il documento, che prende in esame lo stato di salute del sistema del welfare nel 2022, conferma il sostanziale superamento della situazione della crisi pandemica che, nel corso degli anni precedenti, ha inciso profondamente sul tessuto economico e sociale del nostro Paese e, di conseguenza, sulla vita dell’Istituto.
La resistenza dell’economia nazionale ha garantito l’uscita dalla crisi e favorito una ripresa economica più ampia rispetto ad altri Stati dell’area euro. Questa tendenza positiva si è manifestata, in modo tangibile, con un incremento del 3,7% del Pil italiano che si è tradotto in un significativo miglioramento del mercato del lavoro, sia in termini di qualità che di quantità.
In particolare, in Italia il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro ha determinato un aumento sia del numero di assicurati (che hanno superato i 26,2 milioni) sia del numero medio di settimane lavorate, recuperando così la brusca caduta del 2020.
Ciò ha garantito una maggiore stabilità e sostenibilità del sistema previdenziale italiano. Questa fase di recupero ha anche portato a una riduzione dell’utilizzo di ammortizzatori sociali, come la Cassa Integrazione Guadagni, che era stata precedentemente aumentata proprio per preservare le posizioni lavorative, soprattutto durante il Covid.
I trattamenti pensionistici dell’INPS sono sostanzialmente stabili, con un numero di prestazioni di poco inferiore a 21 milioni erogate a 16,1 milioni di pensionati. L’importo medio delle pensioni di anzianità/anticipate è di 1.915 euro. È invece di 889 euro l’importo medio delle pensioni di vecchiaia che si caratterizzano per una minore anzianità contributiva. Le prestazioni assistenziali si attestano attorno ai 470 euro.