La previdenza complementare rappresenta ormai una componente essenziale per il sistema pensionistico italiano”
L’anno 2023 ha visto il Fondo Fon.Te. crescere con oltre 41mila aziende associate e oltre 271mila iscritti(+6%). Il patrimonio in gestione sale a oltre 5 miliardi di euro, grazie al miglioramento dei rendimenti finanziari e all’aumento delle contribuzioni in entrata che, secondo i dati del preconsuntivo, supereranno a fine anno i 600 milioni di euro.
Inoltre, Fondo Fon.Te. ha deliberato investimenti per circa 500 milioni di euro nei private markets, tra Fondi di private equity, Fondi di private debt, Fondi infrastrutturali e di venture capital. È quanto è emerso dalla Relazione annuale del Fondo Fon.Te., presentata al Senato il 19 dicembre 2023, che prende in esame il bilancio dell’anno 2023 e le proposte tese a valorizzare il ruolo della previdenza complementare nel contesto socioeconomico italiano.
Nato nel 1996 come fondo di previdenza complementare del terziario, Fon.Te. ha natura negoziale tra le organizzazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori ed è costituito come ente no profit. Dal 1° aprile 2022 si è aperto ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi.
Allarme inverno demografico
Nell’ambito del forum internazionale del Future Investment Initiative (FII) Institute che si è tenuto in Arabia Saudita nel mese di ottobre 2023, è emerso che il 52% dei giovani, a livello mondiale, appare fortemente preoccupato per la propria pensione.
In particolare, il nostro Paese è quello che maggiormente risentirà del cosiddetto “inverno demografico” con una popolazione che nel 2050 avrà 5 milioni in meno di residenti attivi e un calo delle nascite anche per la riduzione della popolazione femminile in età fertile e, quindi, compresa tra i 15 e i 49 anni. Il rischio è che fra 30-
40 anni ci saranno persone che vivranno ad alto rischio povertà.
Di fronte a questo scenario i giovani non sono stimolati a costruire le fondamenta della nostra società futura. Questa circostanza è anche dettata dal fatto che a causa delle carriere discontinue e dei bassi redditi, si andrà in pensione tra i 70 e i 74 anni, con un tasso di sostituzione solo del 60% rispetto all’ultima retribuzione.
Gli ultimi dati Istat, confermano una crescita della denatalità e dell’invecchiamento della popolazione, con quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021 e ben 183mila in meno rispetto al 2008.
Il ruolo dei Fondi pensione
Ad oggi permane ancora una scarsa conoscenza di questo strumento di risparmio soprattutto tra le nuove generazioni.
I Fondi pensione sono considerati come investitori istituzionali responsabili del sostegno all’economia del Paese.
La previdenza complementare non può più essere considerata solo “integrativa” ma dovrà necessariamente essere direttamente interconnessa alla previdenza obbligatoria, in un’ottica di giustizia previdenziale.