La previdenza complementare e l’assistenza sanitaria integrativa sono due strumenti distinti, ma entrambi rivestono un ruolo importante per garantire una maggiore sicurezza economica e benessere ai lavoratori. Vediamo le differenze e i vantaggi di ciascuno.
1. La Previdenza Complementare:
– La previdenza complementare è uno strumento di risparmio disciplinato dal D.lgs. 5 dicembre 2005 n. 252. Si affianca alla pensione di base obbligatoria, integrandola.
– Come funziona:
– Il lavoratore versa contributi in un fondo di previdenza complementare scelto da lui.
– Il fondo investirà questi contributi sui mercati finanziari per ottenere rendimenti.
– Alla pensione, il lavoratore riceverà una rendita aggiuntiva rispetto alla pensione statale, basata sui risultati di gestione e sui contributi versati.
– Vantaggi:
– Integrazione: La previdenza complementare diminuisce la differenza tra l’ultimo reddito lavorativo e la pensione di base.
– Agevolazioni fiscali: Chi aderisce a un fondo di previdenza complementare ha diritto a consistenti agevolazioni fiscali.
– Una scelta consapevole: È importante selezionare un fondo solido e sicuro per garantire una buona pensione integrativa. Ma in Italia i fondi pensioni sono tutti sotto la vigilanza della Covip.
2. Assistenza Sanitaria Integrativa:
– I fondi di assistenza sanitaria integrativa consentono agli iscritti di ottenere copertura totale o parziale delle spese mediche sostenute, rivolgendosi alle strutture private convenzionate.
– Vantaggi:
– *ntegrazione con il SSN: Affiancano il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e forniscono prestazioni aggiuntive rispetto a quelle assicurate dal SSN.
– Evitano le liste di attesa: Consentono di evitare lunghe liste di attesa per ricoveri ospedalieri, analisi e visite mediche specialistiche. In sintesi, la previdenza complementare aiuta a garantire una pensione adeguata, mentre l’assistenza sanitaria integrativa offre una copertura extra per le spese mediche. Integrare entrambi può contribuire a una maggiore sicurezza finanziaria e salute.