Il rapporto di quest’anno è sostanzialmente identico a quello dell’anno precedente, le iscrizioni ristagnano e si chiedono i soliti pannicelli caldi relativi all’informazione finanziaria e sgravi fiscali. Di novità c’è la richiesta di istituzione dei bonus d’ingresso nei primi anni di adesione nonché un bonus di ingresso alla nascita di un figlio come attuato in questi giorni dalla Regione Trentino Alto Adige.
Roma 23 giugno 2025. Si è svolta oggi presso la Camera dei Deputati la presentazione della Relazione Annuale sull’attività svolta dalla COVIP nel 2024. A tutt’oggi gli italiani preferiscono il capitale rispetto alla pensione integrativa. Infatti le prestazioni pensionistiche sono state erogate in capitale per 5,2 miliardi di euro e in rendita per 361 milioni di euro.
FONDI PENSIONE: L’offerta
Alla fine del 2024, il sistema della previdenza complementare continua a consolidarsi, in tutto le forme pensionistiche operanti in Italia sono 291 ma la dimensione media dei fondi aumenta per la crescita di iscritti e contributi.
Gli iscritti e loro caratteristiche sociodemografiche
A fine 2024, gli iscritti alla previdenza complementare sfiora i 10 milioni (+4% rispetto al 2023); pari al 38,3% dei lavoratori attivi.
Gli uomini rappresentano il 61,6% degli iscritti, mentre le donne formano il restante 38,4%. In base all’età, gli iscritti si concentrano nelle classi intermedie e più prossime al pensionamento. Il peso della componente più giovane (fino a 34 anni) è tuttavia salita dal 17,6% del 2019 al 19,9% del 2024.
Risorse, contributi e prestazioni
Alla fine del 2024, le risorse accumulate ammontano a 243,4 miliardi di euro (+8,5% rispetto al 2023) soprattutto per la dinamica positiva dei mercati finanziari. La contribuzione media degli iscritti è di 2.890 euro; il gender gap si conferma anche guardando all’importo della contribuzione versata. I contributi medi degli uomini superano di circa un quinto quelli delle donne; il divario tende ad allargarsi al crescere dell’età. Nelle regioni del Nord e in alcune del Centro le contribuzioni medie sono più elevate.
Le prestazioni pensionistiche sono state erogate in capitale per 5,2 miliardi di euro e in rendita per 361 milioni di euro. Nell’anno sono stati pagati circa 2,4 miliardi di euro di rendite integrative temporanee anticipate (RITA), per lo più dai fondi pensione preesistenti.
L’allocazione degli investimenti
Gli investimenti dei fondi pensione sono prevalentemente allocati, per il 55,5% del totale, in obbligazioni governative e altri titoli di debito.
I rendimenti e i costi
Nel 2024 i mercati finanziari hanno mostrato una dinamica positiva, sostenuti dal progressivo calo dell’inflazione. I comparti azionari hanno realizzato le performance più elevate, con rendimenti medi pari al 10,4% nei fondi negoziali e nei fondi aperti e al 12,9% nei PIP. La rilevazione campionaria sulle opzioni di investimento offerte dai fondi pensione e orientate ai fattori di sostenibilità ESG (Environmental, Social, Governance) rileva che circa un quarto delle forme pensionistiche adotta politiche di investimento che promuovono fattori di sostenibilità nei processi di investimento.
LE PROSPETTIVE EVOLUTIVE
La partecipazione alla previdenza complementare è ancora caratterizzata da un netto dualismo, con una prevalenza di adesioni dei lavoratori occupati nelle regioni settentrionali o centrali, di genere maschile e di età matura, mentre risulta più ridotta l’adesione delle fasce più deboli di lavoratori più giovani, di genere femminile e residenti nelle aree meridionali. Per il rilancio della previdenza complementare, è in primo luogo importante un’ampia ed efficace campagna di informazione, che accresca la conoscenza sul tema.
Vanno visti positivamente anche meccanismi che rendano più automatica la partecipazione, come il silenzio-assenso o l’iscrizione automatica con possibilità di ripensamento. Va però ripensata la linea di “default”, cioè quella verso la quale sono indirizzati i soggetti silenti, e che attualmente è una linea garantita, a favore di soluzioni più adeguate alle diverse esigenze e caratteristiche di ciascuno. Un approccio più efficace potrebbe essere l’adozione di un modello “life-cycle”, che assegna dinamicamente l’iscritto, tempo per tempo, a comparti con diversi profili di rischio con l’obiettivo di ottimizzare il rapporto rischio-rendimento tenendo conto delle diverse fasi del ciclo di vita.
Nella fase di erogazione delle prestazioni, è netta la preferenza degli iscritti per le prestazioni in capitale rispetto alla rendita vitalizia. Le opzioni possibili al momento del pensionamento andrebbero ampliate e rese più flessibili, prevedendo anche la possibilità di una rendita temporanea, erogata direttamente dal fondo per una durata almeno pari alla vita media attesa. Un primo intervento potrebbe riguardare la possibilità di trasformare la deducibilità dei contributi iniziali in un bonus di ingresso nei primi anni di adesione. Un bonus di ingresso alla nascita di un figlio costituirebbe un incentivo all’iscrizione dei minori a forme di previdenza complementare, ancor più utile se si consentisse l’utilizzo delle somme accumulate anche per sostenere il percorso di studi. Sarebbe altresì una importante forma di educazione finanziaria e previdenziale nella famiglia.
Un importante passo per accrescere ulteriormente la fiducia nel sistema previdenziale sarebbe l’istituzione di un arbitro previdenziale. La COVIP non ha il potere di dirimere eventuali liti tra le forme pensionistiche complementari e le casse previdenziali e i singoli iscritti, pensionati e beneficiari, né tra gli iscritti e i datori di lavoro tenuti al versamento dei contributi previdenziali. L’istituzione di un arbitro consentirebbe a iscritti, pensionati e beneficiari di ottenere una decisione sulla controversia in tempi rapidi, senza i costi derivanti dall’assistenza legale.
Infine la Covip batte cassa e chiede retribuzioni più elevate per i propri dipendenti chiedendo il superamento delle norme che limitano il trattamento economico del personale della COVIP che renderebbe difficile il reperimento di nuove professionalità.