Che fine farà il mio TFR?

Alla luce delle leggi 252/2005 e 296/2006. I lavoratori dipendenti possono scegliere se mantenere il TFR in azienda o destinarlo alla previdenza complementare, con modalità esplicita o tacita. Tuttavia, la normativa introduce una distinzione cruciale: le aziende con più di 50 dipendenti devono versare il TFR al Fondo di Tesoreria INPS, mentre quelle con meno di 50 possono mantenerlo internamente.

Secondo Itinerari Previdenziali, questa differenziazione ha generato disparità tra lavoratori e ha avuto impatti negativi sul sistema produttivo. Il TFR, considerato passività nei bilanci aziendali, diventa invece un’entrata per l’INPS, alterando la logica contabile. Inoltre, l’abolizione del fondo di garanzia per le PMI ha ostacolato il conferimento del TFR ai fondi pensione, privando le piccole imprese di una fonte vitale di liquidità.

Dal 2007, su circa 445 miliardi di TFR maturato:

  • 52,6% è rimasto nelle aziende sotto i 50 dipendenti
  • 23,6% è confluito nel Fondo di Tesoreria INPS
  • 23,8% è stato destinato alla previdenza complementare

Le modifiche legislative successive hanno irrigidito il sistema, creato disuguaglianze e sottratto oltre 100 miliardi all’economia reale, risorse che avrebbero potuto essere investite per migliorare la produttività nazionale.

Adesso con la finanziaria 2026 ci potrebbe essere qualche misura innovativa e, speriamo, migliorativa.