Come tutelare le pensioni dal calo demografico. La Germania ci prova con un apposito fondo

È un po’ di tempo che si parla con apprensione di inverno demografico che riguarda la diminuzione delle nascite, anche se in linea generale l’umanità al momento continua a crescere, si vede per esempio il continente africano o quello asiatico, segnalatamente l’India che ha superato la popolazione cinese.

La prospettiva impaurisce per gli effetti economici, perché una ridotta pressione demografica sul pianeta Terra non può che giovarla. Infatti una diminuita popolazione comporta un minor sfruttamento di tutto, una diminuzione dell’effetto serra ed un riequilibrio della natura in tutte le sue componenti della flora e della fauna, nonché quella parte faunistica che etichettiamo come homo sapiens.

Le preoccupazioni riguardano l’economia come accennato. Meno persone significano meno beni e servizi da produrre e quindi crisi economica. Ma d’altra parte anche la caduta dell’impero romano comportò nei primi tempi una caduta economica dovuta a grossi problemi demografici, fra l’altro, solo che in quel momento era in atto la cosiddetta “piccola glaciazione” mentre ora siamo di fronte all’effetto serra.

Nel campo pensionistico è evidente che diminuendo i lavoratori, diminuiscono i contributi da destinare alle pensioni e nell’immediato futuro sarebbe messa in discussione la capacità di pagare pensioni e di pagare pensioni adeguate. 

Di fronte a questi scenari si stanno pensando di introdurre dei correttivi per scansare i pericoli. Un esperimento più significativo ed interessante è quello introdotto in questi anni in Germania con il c.d. Capitale generazionale.

Investimenti per la cassa pensioni obbligatoria

Finora la pensione obbligatoria pubblica è stata finanziata esclusivamente in base ai contributi previdenziali con un sistema detto a ripartizione, vale a dire che con i contributi versati dai lavoratori attivi si erogano le rendite degli attuali pensionati.

Questo sistema rischia di crollare unitamente al crollo delle nascite. Occorre costruire qualcosa che possa creare un valore aggiunto tale da comare il vuoto causato dal venir meno di nuovi contribuenti. Ecco l’idea tedesca del Fondo ad hoc capitale generazionale (generationenkapital)

Che cos’è il capitale generazionale?

Con il capitale generazionale, chiamato anche «pensione azionaria», è stato creato un Fondo costituito tramite prestiti della Confederazione tedesca e fondi propri, che deve essere investito a livello globale sui mercati dei capitali e i cui utili devono finanziare la previdenza obbligatoria.

Nessun contributo dei pensionati confluisce in questo nuovo fondo e pertanto il rischio del mercato dei capitali non è a carico dei contribuenti o dei contribuenti, ma della Confederazione.

Come funziona il capitale generazionale

La Fondazione Generationenkapital (indipendente dal bilancio federale e dai partiti politici) investe crediti e azioni sul mercato dei capitali, a lungo termine, a livello globale e ampiamente diversificato con un’elevata quota di azioni. A partire dalla metà degli anni 2030, i proventi degli investimenti saranno distribuiti all’assicurazione pensionistica obbligatoria, mentre lo stock di capitale sarà mantenuto. Si prevede un fatturato medio di 10 milioni di euro all’anno.

Le fonti di finanziamento

I fondi per il capitale generazionale provengono da diverse fonti di finanziamento. Uno di queste è il governo federale, che versa ogni anno un prestito alla fondazione. Il primo prestito di 12 miliardi di euro sarà aggiunto alla fondazione quest’anno – nei prossimi anni si prevede che questo contributo aumenterà del 3% all’anno.

Come ulteriore fonte di finanziamento, entro la fine del 2028 saranno trasferiti alla fondazione fondi propri sotto forma di patrimonio federale per un importo di 15 miliardi di euro. Si prevede che ciò creerà uno stock di capitale di almeno 200 miliardi di euro entro la metà degli anni 2030.

La gestione

Al fine di garantire che il capitale generazionale sia utilizzato in modo tempestivo, esso sarà inizialmente gestito dal Fondo per il finanziamento della gestione delle scorie nucleari (KENFO). Si tratta di una fondazione di diritto pubblico che già effettua investimenti professionali: nel 2023 il fondo è stato in grado di generare un rendimento dell’11,1%. KENFO diversificherà il proprio capitale generazionale e lo investirà a livello globale nei mercati dei capitali, tenendo conto dei criteri ESG (con un focus particolare sull’aspetto sociale).

Chissà se il governo nell’introdurre nella legge di bilancio 2025 , art. 1 comma 169, la possibilità  per i lavoratori di versare contributi aggiuntivi all’Inps, possibilità non ancora possibile per mancanza dei decreti attuativi, non abbia in mente qualcosa del genere oltre al fantomatico fondo integrativo Inps che si parla fin dai tempi dell’ex presidente dell’Inps Tridico.