Milano – il 6 maggio 2024 si è svolto un evento dedicato alla previdenza. Fra i partecipanti il neo presidente dell’Inps Gabriele Fava, Francesca Balzani, presidente della Covip, e il sottosegretario Claudio Durigon.
Il punto di partenza dell’evento è l’unanime considerazione che le future pensioni saranno inadeguate ( cioè non sufficienti a far mantenere lo stesso tenore di vita all’ex lavoratore) e insostenibili ( cioè non si saranno più soldi o euro, come preferite).”. Oggi il tasso di sostituzione, il rapporto tra pensione e ultimo stipendio, è dell’81,5% nel pubblico, circa il 65% nel privato. Si calcola che i dipendenti pubblici nel 2050 scenderanno al 67,5%, nel privato non si sa, forse sarà del 60%. Per gli organizzatori della kermesse significa che è sempre più necessario integrare, ma dalla previdenza complementare restano fuori due lavoratori su tre. Anche perché la nostra consapevolezza in materia, certificata dalle indagini sull’alfabetizzazione finanziaria degli italiani, è gravemente insufficiente.
I modelli culturali prevalenti non aiutano a superare il gap di genere in materia finanziaria e previdenziale. C’è troppa diffidenza, derivata dalla non conoscenza. E’ fondamentale che le conoscenze in questi ambiti siano diffuse anche tra le donne e tra i giovani, che sono le categorie più fragili.
Nell’aringa si sono confrontati i Fondi aperti, quelli gestiti dalle Banche ed affini, e quelli chiusi, gestiti dai lavoratori e datori di lavoro, che non hanno scopo di lucro
Anna Selvaggio, direttore generale del Fondo Fon.Te, aziende del terziario e commercio, ha affermato che “I fondi negoziali sono una forma di collaborazione virtuosa tra associazioni datoriali dei lavoratori”
“Dopo la crisi pandemica abbiamo registrato una maggiore proattività da parte delle aziende aderenti. Inoltre stiamo lavorando per creare sportelli territoriali”.
Nel concreto oltre alla conoscenza ci vogliono misure concrete, specie sul campo della fiscalità.
Nel momento in cui si afferma il concetto di welfare familiare, per esempio, occorre alzare il limite di deducibilità dei contributi previdenziali fermo da 20 anni sui 5.000 euro ( i vecchi 10milioni di lire).