Germania: alla pensione ci si deve pensare da piccoli. Lo pensa anche il Trentino Alto Adige

Mentre in Italia ogni anno con la finanziaria si fanno audaci sperimentazioni pensionistiche che non risolvono i desideri degli aspiranti pensionati e per sovrammercato appesantiscono inutilmente il bilancio statale, in Germania, tanto per fare un esempio, da qualche anno si sta ponendo l’obiettivo di come garantire l’adeguatezza e la sostenibilità delle future pensioni anche in vista del futuro calo demografico. Per questo i tedeschi già dal 2023 hanno  istituito un fondo ad hoc “Il capitale generazionale (generationenkapital)”

Che cos’è il capitale generazionale?

Con il capitale generazionale, chiamato anche «pensione azionaria», è stato creato un Fondo costituito tramite prestiti della Confederazione tedesca e fondi propri, che deve essere investito a livello globale sui mercati dei capitali e i cui utili devono finanziare la previdenza obbligatoria.

Nessun contributo dei pensionati confluisce in questo nuovo fondo e pertanto il rischio del mercato dei capitali non è a carico dei contribuenti o dei contribuenti, ma della Confederazione.

Ora vuole rafforzare questo strumento guardando ai giovani. Infatti il cancelliere Friedrich Merz ha annunciato un piano innovativo: versare 10 euro al mese a ogni ragazzo tra i 6 e i 18 anni, da investire in un fondo pensione a lungo termine. Il progetto, battezzato “Frühstart Rente”, prevede che i genitori gestiscano il risparmio per conto dei figli, alimentando mensilmente un piano che resterà attivo anche dopo il compimento della maggiore età, ma che resterà bloccato fino al raggiungimento dell’età pensionabile dei beneficiari, ora fissata a 67 anni.

Con la nuova misura, Berlino punta a un duplice risultato: alleggerire nel lungo termine il peso delle pensioni pubbliche e promuovere la cultura del risparmio e dell’investimento tra le nuove generazioni. Attualmente, infatti, solo il 17% dei tedeschi possiede strumenti finanziari come azioni o fondi, una percentuale decisamente inferiore rispetto ad altri Paesi occidentali, come il Regno Unito (39%) o gli Stati Uniti (62%).

L’idea alla base della “paghetta previdenziale” è anche quella di spingere le famiglie tedesche, tradizionalmente prudenti, ad avvicinarsi con maggiore consapevolezza ai mercati finanziari. Attualmente, il 37% dei 9mila miliardi di euro di ricchezza finanziaria tedesca giace su conti a basso rendimento. Un’opportunità sprecata, secondo la professoressa Ulrike Malmendier, docente a Berkeley e membro del gruppo di consulenti economici del governo tedesco, che vede in questo innovativo incentivo un possibile motore per superare l’avversione al rischio.

Secondo come afferma Tgcom24, il contributo statale dovrebbe partire nel 2026 e costare circa un miliardo di euro all’anno, secondo le stime del Consiglio tedesco degli esperti economici. Naturalmente, affinché il piano produca effetti concreti sul lungo periodo, serviranno rendimenti solidi. Secondo il broker Trade Republic, un rendimento annuo medio del 7% permetterebbe a un giovane, con soli 10 euro al mese investiti tra i 6 e i 18 anni, di accumulare circa 65mila euro entro l’età pensionabile, anche senza ulteriori versamenti.  

Anche in Italia si pensa ad una cosa del genere. Ci prova la Regione autonoma del Trentino-Alto Adige – si cerca di partire dai bambini con un bonus di 1.100 euro per ogni bebè, dalla nascita, a patto che venga iscritto a un fondo pensione.