Meno pensione per i dipendenti pubblici. A chi tocca

Gli effetti pensionistici derivanti dalla modifica della disciplina dei limiti di età dei dipendenti pubblici.

Con il Messaggio n. 2491 del 25 agosto 2025, l’Inps ha reso noto le conseguenze pensionistiche relative ai collocamenti a riposo.

Il messaggio riguarda i lavoratori iscritti alle ex casse pensionistiche degli Enti locali, Sanità ed altre categorie pubbliche, statali esclusi(CPDEL, CPS, CPI e CPUG). L’INPS chiarisce come cambiano le regole di calcolo della pensione dopo la Legge di Bilancio 2025 (n. 207/2024), che ha modificato i limiti di età per la permanenza in servizio.

  1. Nuovi limiti di età
    1. Dal 2025 l’età massima ordinaria per rimanere al lavoro coincide con quella per la pensione di vecchiaia: 67 anni.
    1. Le Pubbliche Amministrazioni possono però trattenere un dipendente fino a 70 anni, se entrambe le parti (datore e lavoratore) sono d’accordo.
  2. Aliquote di rendimento (cioè percentuali con cui si calcola la parte retributiva della pensione)
    1. In generale, dal 2024 si applicano nuove aliquote meno favorevoli.
    1. Deroga: queste nuove aliquote non si applicano se il lavoratore va in pensione per raggiunti limiti di età o di servizio stabiliti dalla legge.
    1. Costoro avranno ancora  calcolata la pensione con le vecchie aliquote più vantaggiose.
  3. Altri casi particolari
    1. La deroga vale anche per i dipendenti di enti che hanno perso la natura di ente pubblico ma sono restati iscritti alla ex CPDEL.
    1. Vale anche nei casi di pensione di vecchiaia in cumulo (cioè sommando contributi di più gestioni).
    1. Chi esce dal servizio dopo un periodo di trattenimento (anche se si dimette prima dei 70 anni) mantiene il diritto al calcolo con le vecchie aliquote.
    1. Chi percepisce la pensione dopo l’APE sociale:
      1. Se si tratta di pensione di vecchiaia, si usano ancora le vecchie aliquote.
      1. Se si tratta di pensione anticipata, le quote retributive con meno di 15 anni di contributi al 1995 vanno calcolate con le nuove aliquote introdotte nel 2024.
  4. Lavoratori precoci
    1. Restano valide le regole più favorevoli per chi aveva maturato i requisiti per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2023 (ad esempio i cosiddetti “precoci”).

In sintesi, con l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, chi va in pensione al raggiungimento di questo limite continuerà a beneficiare del calcolo della pensione con le vecchie percentuali più favorevoli.