La Covip, l’autorità di vigilanza sulla previdenza complementare ha reso noto il 30 ottobre 2025 i principali dati statistici aggiornati a settembre 2025. Ancora bassa la percentuale degli iscritti ai fondi rispetto alla massa dei lavoratori, specie quelli autonomi.
Nel panorama della previdenza italiana, il 2025 si conferma un anno di crescita e consolidamento per le forme pensionistiche complementari. Secondo i dati diffusi dalla COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), a fine settembre si contano oltre 11,4 milioni di posizioni attive, con un incremento del 3,1% rispetto a dicembre 2024.
Crescono gli iscritti e le adesioni
Gli iscritti totali sono 10,3 milioni, con molti che aderiscono a più forme pensionistiche. I fondi negoziali registrano un aumento del 4,5%, trainati dal pubblico impiego (+32.700 posizioni) e dal settore edile (+33.200). I fondi aperti crescono del 5,3%, mentre i PIP “nuovi” aumentano dell’1,1%.

Contributi e patrimonio in aumento
Nei primi nove mesi del 2025 sono stati raccolti contributi per 11,7 miliardi di euro, con una crescita del 10% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le risorse totali destinate alle prestazioni ammontano a 255,4 miliardi di euro (+4,9%), suddivise tra:
- 79,8 miliardi nei fondi negoziali
- 40,8 miliardi nei fondi aperti
- 57 miliardi nei PIP “nuovi”
Rendimenti positivi, ma differenziati
Nonostante la volatilità dei mercati, i rendimenti sono stati generalmente positivi:
- Comparti azionari: +5,5% nei fondi negoziali, +7,1% nei fondi aperti, +4,6% nei PIP
- Linee bilanciate: tra +1,7% e +4%
- Obbligazionari e garantiti: tra +1% e +2%
Su orizzonti più lunghi (dal 2015 a settembre 2025), le linee azionarie mostrano rendimenti medi annui composti tra il 4,7% e il 5%, superiori al TFR rivalutato (2,4%).
La previdenza complementare si conferma una scelta vantaggiosa per chi vuole integrare la pensione pubblica. Le linee azionarie e bilanciate offrono rendimenti superiori nel lungo periodo, mentre i comparti garantiti e obbligazionari mostrano maggiore stabilità, ma con rendimenti più contenuti.
Valutando i rendimenti su orizzonti temporali più lunghi e coerenti con le finalità del risparmio previdenziale, nel periodo che ai dieci anni dall’inizio del 2015 alla fine del 2024 aggiunge anche i nove mesi del 2025, si conferma la superiorità delle linee a maggiore contenuto azionario.
Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2,4 per cento.

