Nato con l’obiettivo di ridurre l’impatto dell’incremento della tassazione sui rendimenti,
previsto dalla legge di Stabilità per il 2015 (l. 190/2014), il credito di imposta
(art. 1, comma 91, legge di Stabilità) ha l’obiettivo di riportare l’imposizione ai più
bassi livelli precedenti purché una parte dei rendimenti assoggettati a tassazione più
elevata (20% per i Fondi pensione; 26% per le Casse, eccettuati gli investimenti in
titoli di Stato ed equiparati) sia investita in impieghi di medio lungo termine. In altri
termini, il legislatore ha ritenuto opportuno ridurre i rendimenti solo per quegli investimenti
reputati «apprezzabili».
Il decreto in particolare individua l’ambito degli investimenti oggetto di incentivo.
Si tratta di:
a) azioni o quote di società ed enti operanti prevalentemente nella elaborazione o
realizzazione di progetti relativi a settori infrastrutturali turistici, culturali, ambientali,
idrici, stradali, ferroviari, portuali, aeroportuali, sanitari, immobiliari
pubblici non residenziali, delle telecomunicazioni, compresi quelle digitali, e della
produzione e trasporto di energia;
b) obbligazioni o altri titoli di debito emessi dai soggetti individuati nella precedente
lettera a);
c) azioni o quote di Oicr, di durata non inferiore ai cinque anni, che investono
prevalentemente in titoli individuati nelle precedenti lettere a) e b) e in crediti a
medio e lungo termine erogati alle società individuate nella precedente lettera a);
Era fissata al 31 dicembre 2015 la scadenza per i Fondi pensione per sottoporre il
documento sulle politiche di investimento alla revisione triennale prevista dalla Delibera
Covip del 16 marzo 2012. L’attenzione è alta poiché, al di là degli interventi
realizzati nel corso di questi anni, si tratta del primo momento di verifica del modello
gestionale e di governance posto in essere dai Fondi pensione, all’indomani dell’emanazione
della citata delibera Covip.
E bisogna fare presto perché entro il 28 maggio 2016, i Fondi pensione dovranno adeguare le politiche di investimento ai limiti dettati dal nuovo decreto 166/2014.