L’Istat, allo scopo di fornire un’informazione più ricca e facilitare l’interpretazione dei fenomeni,  ha pubblicato oggi 4 gennaio 2016 un focus sulle condizioni di vita dei pensionati, integrando le informazioni di fonte amministrativa derivanti dal Casellario centrale dei pensionati dell’Inps con i risultati dell’indagine campionaria su reddito e condizioni di vita dei cittadini.
Nel 2014, i pensionati sono 16,3 milioni (-134 mila rispetto al 2013) e percepiscono in media un reddito pensionistico lordo di 17 mila 040 euro (+400 euro circa sull’anno precedente). Le donne sono il 52,9% e ricevono mediamente importi di circa 6 mila euro inferiori a quelli maschili.
Ancora in calo il numero dei pensionati
Nel 2014 i pensionati presenti nel Casellario centrale dei pensionati sono 16,3 milioni e percepiscono in media 17.040 euro, circa 400 euro in più rispetto all’anno precedente (la media era di 16.638 euro)
Tra il 2013 e il 2014 il numero di pensionati scende di 134 mila unità. Negli ultimi due anni infatti, così come nel biennio precedente, i nuovi pensionati (quelli che hanno iniziato a percepire una pensione tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2014), sono meno numerosi dei pensionati cessati, quelli cioè che nello stesso periodo hanno cessato di percepire trattamenti (542 mila contro 676 mila).
In termini assoluti, la diminuzione più rilevante si riscontra tra i pensionati di vecchiaia (circa 102 mila in meno) e tra quelli di invalidità (74 mila in meno); più contenuta la diminuzione dei percettori di pensioni indennitarie, ai superstiti e dei pensionati di guerra (tutte inferiori a 20 mila). Infine sono in aumento i pensionati sociali (+18 mila circa) e quelli d’invalidità civile (+22 mila).
I redditi dei nuovi pensionati sono mediamente inferiori a quelli dei cessati (13.965 euro contro 15.356 euro) e a quelli dei pensionati sopravviventi (17.146 euro), percettori cioè di trattamenti sia nel 2013 sia nel 2014.
Il cumulo di più trattamenti pensionistici sullo stesso beneficiario è meno frequente tra i pensionati di vecchiaia (cumula più trattamenti il 27,1%), mentre è molto più diffuso tra i pensionati superstiti (67,6%), in grande maggioranza donne (87%).
Nel 2013, il reddito pensionistico lordo dei residenti in Italia di 16 anni o più è di 17 mila 206 euro annui. Le ritenute fiscali incidono in media per il 17,7%; l’aliquota sale al 20,6% per i pensionati di vecchiaia e anzianità, scende al 15,3% per quelli di reversibilità e non supera il 9,6% per i beneficiari di trattamenti d’invalidità ordinaria o indennitari.
Il reddito medio pensionistico netto è stimato 13 mila 647 euro (circa 1.140 euro mensili); tenendo conto di tutti i trattamenti, la metà dei pensionati percepisce meno di 12 mila 532 euro (1.045 euro mensili).
Se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea, il suo reddito lordo pensionistico (circa 2.490 euro mensili) è più che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o con al più la licenza elementare (1.130 euro).
Nel 2013, tra i beneficiari, le pensioni di vecchiaia e anzianità rappresentano la fonte principale di reddito (in media il 64% del loro reddito complessivo), seguite dai redditi da lavoro (16%); tra le pensionate, invece, è decisamente importante l’apporto reddituale delle pensioni di reversibilità (27,6%) e quello delle assistenziali è più elevato rispetto agli uomini (9,5%).
Quasi la metà dei pensionati (47%) risiede nelle regioni del Nord e poco meno di un terzo (30,8%)
nel Mezzogiorno, solo il 2,7% all’Estero (Figura 2). I redditi pensionistici più elevati vengono
percepiti dai pensionati del Centro (in media 18.151 euro all’anno), di poco superiori a quelli del
Nord (17.281 euro); i più bassi si rilevano invece nel Mezzogiorno (15.041) e soprattutto all’Estero
(3.341).
Gli uomini percepiscono il 55,1% delle pensioni di vecchiaia, quelle direttamente legate al
pregresso contributivo di chi ne beneficia; l’importo di tali prestazioni è in media superiore di quasi 8 mila euro a quello ricevuto dalle pensionate.