La riforma della Fornero ed il rilancio della previdenza complementare nelle richieste dei sindacati.
Sabato 2 aprile si sono svolte a  Roma, Napoli, Bari  e molte altre città le manifestazioni indette da Cgil, Cisl e Uil, per chiedere la riforma delle pensioni Fornero, per garantire pensioni dignitose ai giovani e riconoscere la diversità dei lavori.
I GIOVANI SARANNO PENSIONATI PIÙ POVERI. Quanto alle nuove generazioni, per la Furlan se nulla verrà modificato «i giovani di oggi diventeranno pensionati poveri». Ecco che, aggiunge, «in un Paese spaccato c’è bisogno di momenti di coesione come la manifestazione unitaria di oggi».
Nel corso delle manifestazioni ne è stata annunciata un’altra per il prossimo 19 maggio. Un’iniziativa unitaria sulla rivalutazione delle pensioni. L’attuale normativa  sull’indicizzazione infatti non è sufficiente.
Per i sindacati l’Italia  sta diventando un Paese in estinzione perché fuggono i giovani e gli anziani. Gli anziani che con pensioni da fame non possono più resistere e i giovani che non trovano lavoro». «Quando va via un ricercatore che è costato alla collettività e alle famiglie 800mila euro – ha aggiunto il sindacato – se lo regaliamo agli Stati europei piangiamo con un occhio perché è sempre Europa, ma se lo regaliamo agli Stati Uniti, al Giappone, alla Cina, all’India piangeremo lacrime amare perché saranno i nostri competitori del futuro. E allora bisogna cambiare la Fornero».
«Un anno fa il ministro Poletti aveva detto che la Fornero aveva creato disagio sociale e immediatamente gli avevamo chiesto di aprire un tavolo di discussione, ma stiamo ancora aspettando. Oggi da tutte le piazze gridiamo che è ora di smettere,non possiamo aspettare più. Migliaia di lavoratori sono esodati, in attesa di avere una pensione decente».
La piattaforma ha riconfermato l’importanza del ruolo svolto dalla previdenza complementare nel concorrere ad assicurare più elevati livelli di copertura previdenziale. Anche a tale riguardo è necessario che il Governo valorizzi la peculiarità del risparmio gestito dai fondi pensione negoziali, riconoscendone la finalità sociale anche sul piano fiscale, riportando all’11 per cento l’imposta sostitutiva innalzata al 20 per cento per una malintesa idea di equiparazione alle rendite finanziarie. Occorre favorire la diffusione della previdenza complementare in tutti i settori, tramite lo sviluppo dell’educazione previdenziale e il rilancio di una campagna informativa istituzionale ed estendendo ai dipendenti pubblici l’attuale regime fiscale previsto per i lavoratori del settore privato. CGIL CISL UIL rafforzano il proprio impegno contrattuale per la promozione delle adesioni e per un processo che favorisca l’accorpamento dei fondi pensione per meglio tutelare il risparmio previdenziale dei lavoratori. Il Governo dovrebbe favorire lo sviluppo di condizioni che consentano di contemperare l’obiettivo dei fondi pensione di migliorare ulteriormente la tutela e la redditività dei patrimoni dei propri aderenti, in un orizzonte temporale di lungo periodo, con l’interesse generale a convogliare una quota maggiore del risparmio previdenziale verso l’economia reale, per rafforzare la crescita infrastrutturale e produttiva del Paese.