a riunione sulle pensioni del 29 luglio 2016 fra il ministro Poletti,e Nannicini sottosegretario alla presidenza del consiglio, l’uomo che decide sulla previdenza al posto di Poletti, h a avuto la classica conclusione a tarallucci e vino fra la viva soddisfazione dei sindacati.
Non si è stilato nessun protocollo d’intesa né nesun accordo, ma si è chiacchierato a ruota libera sui vari temi in discussione. Orami sembra dato per scontato che l’operazione ruoterà attorno all’Ape, il prestito previdenziale che un lavoratore dovrà contrarre se vuole andare in pensione prima. Il governo lo da così per scontato che il ministro Poletti addirittura promette risorse “rilevanti” per le pensioni anticipate promettendo ben più dei 500-600 milioni ad oggi sicuri per l’Ape. Il governo fa altresì trapelare che la flessibilità in uscita potrà includere anche altri interventi. In particolare per usuranti, precoci e discontinui. Tre categorie penalizzate più di altre dalla legge Fornero.
L’incontro è servito anche a fissare una tabella di marcia definitiva. Si rivedranno il 6 settembre sui temi del lavoro, il 7 sulle pensioni, per chiudere il 12 con il piano per pensionandi e pensionati. Da una parte l’uscita anticipata rispetto ai requisiti allungati dalla Fornero, resa operativa dall’Ape. Dall’altra un intervento di sostegno alle pensioni più basse, con l’allargamento della quattordicesima anche a chi prende assegni fino a mille euro (oggi il limite è a 750) oppure della no tax area alzando il tetto a 8.140 euro, la soglia di esenzione dall’Irpef. Non escluso un mix delle due.

I pensionati sono stati esclusi dagli 80 euro, penalizzati dal blocco della rivalutazioni, risarciti solo in minima parte dopo la sentenza della Corte Costituzionale di un anno fa.
Un sostegno secondo Repubblica potrebbe venire da Confindustria. Dal 2017 scompare  l’istituto della mobilità finanziato da un contributo dello 0,30% . Un’idea sarebbe quella di farlo confluire nell’Ape, aiutando almeno una delle tre categorie interessate al prestito per anticipare la pensione di tre anni. Queste risorse possono avere una destinazione previdenziale solo mediante un accordo di confindustria e sindacati perché non sono nella disponibilità del governo.  Se ci fosse accordo, le risorse per l’Ape raddoppierebbero. Perché lo 0,30% vale altri 600 milioni.
Le altre misure di cui si è parlato sono l’estensione della cosiddetta 14 istituita dal secondo governo Prodi “a poche settimane dal referendum: un milione e mezzo di pensionati in più con 400 euro extra in media all’anno” Sottolinea sempre Repubblica. Costo: 600 milioni. Poi c’è il bonus ai precoci (4-6 mesi di contributi regalati per ogni anno lavorato da minorenni) e le ricongiunzioni gratuite per chi ha versato ad enti previdenziali diversi.  Per gli usuranti si prospetta il congelamento dell’aspettativa di vita nel calcolo della pensione degli usuranti.