Alla vigilia dell’approvazione della legge di bilancio 2017 il governo ha promesso un nuovo aumento delle pensioni minime di circa 30/50 euro mensili. Non sono gli 80 euro promessi né fanno parte della legge appena approvata alla Camera ma è sempre un bel regalo inaspettato.
Per quanto riguarda le misure approvate, si ricalca sostanzialmente l’accordo governo sindacati di settembre scorso con epicentro l’Ape nelle sue varie versioni . La legge contiene anche alcune misure per incentivare gli investimenti delle casse pensioni dei professionisti e dei fondi pensione nell’economia italiana.
Per quanto riguarda le norme relative all’anticipo pensionistico APE, impianto sostanzialmente invariato con alcune modifiche, fra cui la compatibilità dell’APE sociale con redditi da lavoro autonomo entro determinati limiti e l’inserimento di una clausola che prevede una relazione del Governo per stabilire la proroga eventuale questa forma di pensione anticipata dopo il 2018.
Il punto centrale della Riforma Pensioni è rappresentato dall’APE, l’anticipo pensionistico che consente di ritirarsi a 63 anni di età, quindi con 3 anni e sette mesi di anticipo e 20 anni di contributi. E’  “un prestito, corrisposto a quote mensili, per 12 mensilità” fino “alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia”. Il pensionato restituirà poi l’anticipo con rate mensili 20ennali. E’ prevista una polizza assicurativa per coprire il rischio di decesso prima della restituzione totale. Il trattamento è erogato dall’INPS ma finanziato dalle banche.
La misura è sperimentale per gli anni 2017-2018, al termine del periodo il Governo effettuerà una verifica dei risultati e deciderà l’eventuale prosecuzione. Il lavoratore deve prima presentare all’INPS una richiesta di certificazione del diritto all’APE, e successivamente presenta a domanda vera e propria, utilizzando le credenziali SPID. I modelli e le procedure saranno stabilite da apposito decreto ministeriale attuativo.
La domanda contiene l’indicazione della banca che finanzia la misura e dell’assicurazione che copre il rischio. Saranno stipulati accordi quadro con ABI (associazione banche italiane) e ANIA (imprese assicuratrici). La durata minima dell’APE è di sei mesi, è possibile estinguere anticipatamente il prestito, con modalità che saranno fissate dal decreto attuativo.
I datori di lavoro, gli enti bilaterali, o i fondi di solidarietà, possono incrementare il montante contributivo individuale (Ape aziendale). E’ istituito un Fondo di Garanzia per l’accesso all’APE. Le quote versate a titolo di anticipo APE non concorrono a formare il reddito IRPEF. E’ previsto un credito d’imposta al 50% dell’importo pari a un ventesimo di interessi e premi assicurativi complessivamente pattuiti nei relativi contratti.
L’anticipo pensionistico è a carico dello stato (APE sociale) per alcune categorie di lavoratori.
RITA
La rendita integrativa anticipata spetta ai lavoratori con almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi (stesso requisito previsto per l’accesso all’APE), e prevede la possibilità dell’assistito di chiedere la liquidazione frazionata del montante accumulato richiesto. La richiesta è presentata dal lavoratore, le somme erogate a titolo di rendita integrativa sono tassate con aliquota al 15%, ridotta di una quota pari a 0,30 punti percentuali per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione a forme pensionistiche complementari con un limite massimo di riduzione di sei punti  percentuali.
Quattordicesima
La quattordicesima mensilità sulla pensione spetta ai pensionati che percepiscono un assegno fino a due volte il minimo (prima il tetto era una volta e mezzo), ed è più alta, in misura che cambia per lavoratori dipendenti e autonomi a seconda dell’entità della pensione e degli anni di contribuzione. La 14esima va dai 437 euro per i lavoratori dipendenti che hanno una pensione fino a 1,5 volte il minimo e 15 anni di contributi, ai 504 dei pensionati con assegno da 1,5 a 2 volte il minimo e oltre 25 anni di contributi.
Cumulo gratuito dei contributi
La pensione si calcola pro rata con le regole delle singole gestioni. Possono scegliere il cumulo anche i lavoratori che avevano giù iniziato a versare rate per la ricongiunzione onerosa (a patto che non abbiano già definitivamente perfezionato il pagamento integrale), o che avevano scelto la totalizzazione dei contributi.
Altre misure
• Gestione separata: l’aliquota per i lavoratori autonomi scende a 25%.
• Lavoratori precoci: coloro che hanno almeno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni, possono andare in pensione con 41 anni di contributi se rientrano nei seguenti casi: disoccupati senza indennità da almeno tre mesi, lavoratori che assistono coniuge o parenti di primo grado con handicap grave, lavoratori con riduzione della capacità lavorativa del 74%, lavoratori con mansioni usuranti da almeno sei anni (le tipologie di mansioni usuranti sono le stesse previste per l’APE).
Infine, eliminato l’adeguamento alle speranze di vita lavori usuranti, la no tax area pensionati sale a 8mila euro anche sotto i 75 anni, eliminate le penalizzazione per le pensioni anticipate previste dalla Riforma Fornero di fine 2011.
Opzione Donna
Estesa la pensione anticipata alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre dl 1958, a condizione che abbiano maturato i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015. Significa che il requisito per andare in pensione con l’Opzione Donna è il seguente: 57 o 58 anni di età (rispettivamente per dipendenti e autonome) e 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2015. Ecco l’esatta formulazione della norma approvata:
l’opzione donna è estesa alle lavoratrici che non hanno maturato entro il 31 dicembre 2015 i requisiti previsti dalla stessa disposizioni previsti per effetto degli incrementi delle speranze di vita di cui all’articolo 12 del decreto legge 78/2010.
Questo, per quanto riguarda la maturazione del requisito. L’accesso al trattamento pensionistico, però, deve tenere conto dell’adeguamento alle speranze di vita, attualmente pari a sei mesi (3 mesi scattati nel 2013 e quattro mesi nel 2016). Quindi, per le lavoratrici nate nell’ultimo trimestre dell’anno, l’esercizio dell’Opzione Donna è possibile fino al 31 luglio 2016. Poi, tenendo conto delle finestre mobili, la pensione vera e propria arriverà dopo 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome.
Esempio: lavoratrice dipendente nata nel dicembre del 1958. Matura il diritto alla pensione dal luglio 2016, sempre che al 31 dicembre 2015 abbia 35 anni di contributi versati. Decorrenza della pensione, primo agosto 2017.
Ottava salvaguardia esodati
Il numero di esodati salvaguardati sale a 30mila 700 (dai precedenti 27mila 700). Aumentano in particolare, da 8mila a 11mila i lavoratori collocati in mobilità entro il 31 dicembre 2011, per effetto dello spostamento della data di cessazione dell’attività lavorativa al dicembre 2014 (prima, era il dicembre 2012). Spesa incrementata di 161 milioni di euro, che arrivano dal Fondo per interventi strutturali di politica economica
Cumulo contributi professionisti
Sono stati inseriti fra gli aventi diritto al nuovo cumulo gratuito dei contributi anche i professionisti iscritti agli ordini. Il cumulo dei contributi, lo ricordiamo prevede la possibilità di raggiungere non solo la pensione di vecchiaia, ma anche quella di anzianità, sommando i periodi di versamenti presso gestioni previdenziali diverse, effettuando un calcolo pro quota in base alle regole di ciascuna gestione.
Fonte Pmi.it