Il “pacchetto pensioni” è forse la parte più qualificante della legge di bilancio 2017 ed è quella che assorbe maggiori risorse. Essa determina un aumento dell’indebitamento netto pari a 1,4 miliardi di euro nel 2017, 2,5 miliardi nel 2018 e 3,1 nel 2019. Per un totale di 7 miliardi in tre anni. Costi che poi dovranno essere saldati in qualche modo e che certo non aiuterà molto l’attuale impennata dello spread che si traduce in ulteriori maggiori costi per il bilancio. I futuri governi avranno di che preoccuparsi per colmare questi vuoti creati adesso. Bisogna sperare solo nella ripresa economica che producendo nuova ricchezza alleggerisca questi pesi. Oppure sperare nella ripresa dell’inflazione perché si sa che questa favorisce i debitori.
Comunque per i pensionati  si prevede l’aumento della detrazione di imposta al fine di uniformare la parte di reddito esente da imposte, la cosiddetta  “no tax area” a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 euro). Con la seconda misura si interviene sulle 14esime. Si estende la platea di coloro che percepiranno l’assegno extra in luglio (da 2,1 milioni si passa a 3,3 milioni) e si aumenta l’importo per coloro che hanno già il beneficio. Avranno la 14esima i pensionati in godimento di un reddito personale complessivo, non solo pensionistico, tra 1,5 (circa 750 euro al mese) e due volte il minimo (circa mille euro). La 14esima varia tra i 336 euro (per chi ha meno di 15 anni di contributi) e 504 (per chi ne ha oltre 25 anni). Per chi ha già ora il beneficio la somma erogata sarà pari a  436 euro per chi ha versato meno di 15 anni di contributi e 655 per chi ne ha più di 25.
Per i lavoratori che vogliono uscire dal mondo del lavoro ed avere diritto alla pensione prima del previsto,  le nuove possibilità sono addirittura sei: l’Ape (nelle sue tre declinazioni volontaria, aziendale e sociale), l’anticipo per i lavoratori precoci, l’anticipo per i lavoratori con periodi di carriere in attività usuranti, l’ottava salvaguardia, l’ampliamento (seppur limitato) della Opzione donna, il cumulo gratuito dei versamenti effettuati in diverse gestioni.
L’anticipo pensionistico scatta il primo maggio 2017, rimane in vigore in via sperimentale fino alla fine del 2018. Si può chiedere con 63 anni di età e 20 di contributi. La penalizzazione è del 4,5%. Il governo ha però previsto l’Ape social a costo zero per disoccupati e disabili (63 anni di età e 30 di contributi) o lavoratori impegnati in attività particolarmente pesanti (63 anni e 36 di contributi). Vengono estese la sperimentazione di ‘opzione donna’ e la platea dell’ottava salvaguardia degli esodati (da 27 a 30mila)
Cumulo gratuito per i contributi versati presso più enti previdenziali
Viene estesa anche ai soggetti iscritti alle casse professionali privatizzate la possibilità di conseguire un’unica pensione cumulando i contributi versati presso due o più forme di assicurazione obbligatoria (compresa le Gestione separata INPS). I periodi assicurativi non devono, però, essere coincidenti. Con questa misura, i professionisti, che non siano ancora in possesso dei requisiti per accedere al trattamento pensionistico, possono cumulare i vari periodi contributivi suddivisi tra più gestioni previdenziali al fine di conseguire la pensione.
Aliquota contributiva al 25 per cento per gli autonomi iscritti all'”Inps gestione separata”
L’aliquota contributiva dovuta dai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps viene fissata al 25 per cento. Si ha, così, una riduzione di quattro punti percentuali per il 2017 (anno in cui l’aliquota doveva salire al 29 per cento) e di otto punti percentuali a decorrere dal 2018. A partire, infatti, dal 2018, secondo quando aveva stabilito la legge 92 del 2012, l’aliquota doveva raggiungere quota 33 per cento.
Opzione donna
Le lavoratrici dipendenti e le autonome possono andare in pensione anticipata rispettivamente a 57 e 58 anni nel caso possiedano almeno 35 anni di contributi. Per poter beneficiare della misura, ad oggi, le lavoratrici devono aver maturato questi requisiti entro il 31 dicembre 2015.
A partire dal 2013 l’età minima della pensione anticipata è stata aumentata di 3 mesi sia per le lavoratrici dipendenti che per quelle autonome: perciò attualmente il beneficio comprendo soltanto le nate fino al settembre del 1957 (dipendenti) o al settembre del 1958 (autonome).
Opzione donna estesa: a chi?
Grazie alla Legge di Stabilità 2017, l’Opzione donna,  sarà estesa alle lavoratrici dipendenti che sono nate da ottobre a dicembre del 1958 e a quelle autonome che sono nate tra ottobre e dicembre del 1958.
Nonostante l’età di pensionamento anticipato con l’adeguamento alla speranza di vita è aumentata da 57 (o 58) anni e 3 mesi a 57 (o 58) anni e 7 mesi, la data entro cui si dovranno maturare i requisiti richiesti dall’Opzione donna verrà estesa alla data del 31 luglio 2016.
L’Opzione donna, quindi con l’approvazione delle nuova Legge di Stabilità 2017, verrà ampliata a circa 2.600 lavoratrici dipendenti, 670 autonome e 860 lavoratrici del pubblico impiego. In totale sarà estesa a oltre 4mila nuove beneficiarie.