Aumentano le azioni detenute dai fondi pensione, giù i bond

L’intervento di Visco al convegno “La ricchezza della nazione, Educazione finanziaria e tutela del risparmio, parte dalla differenza dei comportamenti che, nel tempo, sono stati adottati dai cittadini nelle scelte finanziarie. Il driver della ricerca del rendimento, non più appetibile su depositi bancari e Titoli di Stato, si è tradotto in sottoscrizione di strumenti finanziari più complessi, senza la necessaria consapevolezza della diversa natura dei rischi assunti. Non solo rischi descritti nei libri di scuola come rischio di credito, di controparte, di mercato o di liquidità, ma rischi sistemici, prima teorici, di contagio e interconnessione in un mondo tecnologico che vive di tempi reali. Senza dimenticare l’avvento del Bail-in: nuove norme che regolamentano certezze del passato.
L’affezione per le obbligazioni degli Italiani è, invece, scemata gradualmente; si registra oggi la percentuale più bassa in portafoglio dal 1950, ovvero il 10%, e per quelle bancarie una caduta vertiginosa: solo 150 miliardi del totale lordo.
In crescita, invece, azioni, soprattutto quotate, altre partecipazioni, fondi comuni di investimento, riserve assicurative e fondi pensione. Se negli anni novanta i fondi comuni erano il 3%, oggi sono il 12% e i fondi pensione, dall’8% hanno raggiunto quota 22%.
Visco ha sottolineato infine anche l’importanza della tutela pubblica insita nella funzione di vigilanza.