L’Autorità do vigilanza sui fondi pensione ha diramato i principali dati statistici sulle adesioni, patrimonio in gestione e rendimenti aggiornati al primo semestre del corrente anno
A fine giugno 2017 il numero complessivo di iscritti a forme di previdenza complementare, incluse le duplicazioni di iscritti contemporaneamente a più forme pensionistiche, è di circa 8 milioni; al netto delle uscite, la crescita dall’inizio dell’anno è stata di circa 235.000 unità (3 per cento). Nei fondi negoziali si è registrato un aumento di 70.000 iscrizioni (2,7 per cento), per un totale a fine giugno di 2,667 milioni; la crescita delle adesioni ha risentito ancora in parte del meccanismo di adesione contrattuale ai fondi rivolti ai lavoratori del settore edile che peraltro è ormai a pieno regime. Nelle forme pensionistiche di mercato offerte da intermediari finanziari le adesioni sono aumentate di 56.000 unità nei fondi aperti (4,5 per cento) e di 111.000 nei PIP “nuovi” (3,9 per cento); il totale complessivo a fine giugno è, rispettivamente, di circa 1,315 milioni e 2,981 milioni.

A fine giugno 2017 il patrimonio accumulato dalle forme pensionistiche complementari ammonta a 155 miliardi di euro; il dato non tiene conto delle variazioni nel semestre dei fondi pensione preesistenti e dei PIP “vecchi”.  Le risorse dei fondi negoziali ammontano a 47,4 miliardi di euro, in crescita del 3,1 per cento. I fondi aperti dispongono di un patrimonio di 18 miliardi e i PIP “nuovi” di 25,3 miliardi; l’incremento nel primo semestre è stato, rispettivamente, del 5,1 e del 6,6 per cento.

Nei primi sei mesi del 2017 i rendimenti aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati in media positivi per tutte le tipologie di forma pensionistica. I fondi negoziali e i fondi aperti hanno reso in media, rispettivamente, lo 0,9 e l’1,5 per cento; per i PIP “nuovi” di ramo III, il rendimento medio è stato inferiore, attestandosi allo 0,1 per cento. Nello stesso periodo il TFR si è rivalutato, al netto dell’imposta sostitutiva, dell’1,1 per cento. Oltre che dal livello dei costi, le differenze nei rendimenti medi delle forme pensionistiche dipendono dall’asset allocation adottata. In media i risultati più elevati si sono registrati per le linee di investimento azionarie, riflettendo l’andamento nel complesso positivo delle borse mondiali nel periodo considerato; nelle linee a esclusivo contenuto obbligazionario i rendimenti medi sono stati marginalmente negativi, vista la lieve risalita dei tassi di interesse a lungo termine nell’area dell’euro mantenutisi tuttavia su livelli storicamente bassi.