La Ragioneria generale dello Stato: con modifiche all’aumento d’età pensionabile, pensioni a rischio

Interventi di legge “diretti non tanto a sopprimere esplicitamente gli adeguamenti automatici” sulle pensioni, inclusi gli scatti di età, “ma a limitarli, differirli o dilazionarli, determinerebbero comunque un sostanziale indebolimento della complessiva strumentazione del sistema pensionistico italiano”. Così la Ragioneria generale dello Stato, nel rapporto sulla spesa per pensioni. “Ritornare nella sfera della discrezionalità politica” determinerebbe un “peggioramento della valutazione del rischio Paese”. A 67anni da 2021 anche senza automatismo Il requisito per il pensionamento di vecchiaia, anche in presenza di un blocco dell’adeguamento automatico alla speranza di vita, “verrebbe comunque adeguato a 67 anni nel 2021, in applicazione della specifica clausola di salvaguardia introdotta nell’ordinamento su specifica richiesta della Commissione e della Bce, e successivamente mantenuto costante a tale livello” sottolinea ancora la Ragioneria generale dello Stato nel rapporto integrale ‘tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario’, aggiornato al 2017. “Il processo di elevamento dei requisiti minimi e il relativo meccanismo di adeguamento automatico” sulle pensioni sono “dei fondamentali parametri di valutazione dei sistemi pensionistici specie per i paesi con alto debito pubblico come l’Italia”, dice la Ragioneria generale dello stato nel report sulle pensioni. “Ciò non solo perché” la previsione di requisiti minimi, come quelli sull’età, è “condizione irrinunciabile” per “la sostenibilità, ma anche perché costituisce la misura più efficace per sostenere il livello delle prestazioni”.