Doveva essere l’anno della flessibilità in uscita. Questo  prevedeva il verbale condiviso governo- organizzazioni sindacali del 28 settembre 2016 e la successiva legge di bilancio 2017.
Le possibilità di andare in pensione prima dei limiti previsti dalla legge Fornero erano:
– le nuove possibilità di cumulo
– la proroga dell’opzione donna
– il riconoscimento per i lavoratori precoci
– l’utilizzo dell’ape volontaria e aziendale
– il riconoscimento dell’ape sociale.
Queste misure sarebbero dovute entrare in vigore, in base alle previsioni legislative dal 1° gennaio 2017 oppure dal 1° maggio 2017.
Nessuna data è stata rispettata.
Solo pochi giorni faè uscita la circolare sul cumulo, solo il 17 ottobre u.s è stato pubblicato il decreto attuativo sull’ape volontaria, anche se la cosa per la Cgil non riveste nessun carattere di priorità perchè preferisce altri strumenti per attuare la flessibilità in uscita, ieri alla Camera dei deputati sono stati resi noti i dati sull’ape sociale.
INfatti il direttore generale dell’Inps Gabriella Di Michele, durante l’audizione alla commissione Lavoro della Camera,  ha dichiarato che delle 39.721 domande presentate , ne sono state accolte solo 13.601, mentre quelle respinte sono state 25.895. Ci sono poi 425 domande che sono ancora in istruttoria. Per quanto riguarda l’Anticipo pensionistico per i precoci, le domande presentate sono state 26.251, quella accolte 7.356 e quelle respinte 18.411, con ancora 484 domande in istruttoria. Complessivamente, quindi, sono ben più della metà le domande respinte e nel caso dei lavoratori precoci si supera il 70% dei casi di respingimento.